Dopo gli undici Decreti, con i quali il Governo ha prorogato i termini per la realizzazione degli interventi di ambientalizzazione della Fabbrica e ha separato la valutazione sanitaria dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, scopriamo la drammatica realtà per i lavoratori, contenuta nel piano industriale di Arcelor Mittal. L’acquirente indiano, infatti, prevede 4000 esuberi, di cui 3600 a Taranto, per i quali vi è solo un impegno generico di futura assunzione in una società esterna che dovrebbe occuparsi di lavori di ambientalizzazione.
Un danno gravissimo per il reddito di migliaia di famiglie e per il futuro economico Tarantino e non solo. La promessa di riassumere, non si sa quando, queste migliaia di dipendenti, con nuovi contratti, significa anche qualcos’altro: l’eventuale assunzione avverrebbe con il “JobsAct”, e quindi tutti quei lavoratori dovranno rinunciare ai diritti fino ad oggi maturati, per essere assunti con la formula che prevede la possibilità di venire poi, successivamente, licenziati senza giusta causa, ricevendo in cambio qualche mensilità.
Questo scenario nefasto, qualora il Governo consenta che le cose vadano così come indicato dal nuovo acquirente della fabbrica, produrrebbe, oltre al gravissimo danno economico immediato, già detto, anche un precedente pericolosissimo per tutti i lavoratori dell’Ilva. Il sospetto è che, successivamente, in conseguenza di nuove modifiche dell’assetto aziendale, si possano “proporre” nuovi contratti a tutti i lavoratori (cosa già vista in questi anni per molte situazioni in Italia), avviando così, di fatto, un’enorme precarizzazione di tutta la forza lavoro e consentendo alla proprietà di svincolarsi in qualsiasi momento dalla fabbrica tarantina e dai suoi dipendenti.
La realtá dell’Ilva di Taranto rappresenta pienamente quello che sta accadendo oggi in Italia: il Governo continua a fare passi indietro sulla tutela dei beni comuni e del reddito da lavoro, consentendo sempre più alle grandi aziende multinazionali di mercificare i diritti.
Sinistra Italiana si oppone a questo scenario e ritiene che sia arrivato il momento di mettere al centro della discussione politica nazionale l’idea di un grande Piano di investimenti pubblici, finalizzato ad indirizzare le risorse finanziarie, anche private, verso una riconversione economica sostenibile.
Restituire valore al reddito di chi lavora e garantire la tutela della salute dei cittadini devono diventare l’obiettivo primario del Governo.
Nel frattempo, neppure un posto di lavoro deve essere toccato!
Mino Borraccino
Sinistra Italiana