Degno di immensa considerazione, e di esser citato in separata sede, l’intervento del parroco di Montemesola Don Andrea Casarano, durante la presentazione della raccolta “Briciole”, del professor Peppetto Notaristefani, organizzata questa sera dall’omonima associazione politico culturale, e tenutasi presso il salone parrocchiale della Chiesa Santa Maria della Croce. Il parroco si sofferma molto su un’epistola contenuta nella raccolta, che il professore Notaristefani ha ricevuto da un suo allievo alle soglie ormai della laurea. Don Andrea spiega le sue sensazioni alla lettura della lettera: ovvero quelle di un maestro che ha insegnato al suo allievo a vivere, oltre che la matematica. E qui nasce la sua considerazione di come Peppetto Notaristefani sia stato un uomo vero e non un vero uomo. Un uomo vero perché si è sforzato di infondere verità e perseguirla. Ma di questo ne abbiamo parlato nell’articolo inerente la presentazione. Don Andrea Casarano nel corso del suo intervento ha fatto un’importante riflessione, esprimendo profonda meraviglia, nei confronti di chi, lontano da Montemesola, dice di non provare nostalgia del proprio paese. Don Andrea racconta di essere andato via da Montemesola all’età di 18 anni e di esservi tornato all’età di 36, esattamente diciotto anni dopo. Gli mancava il paese, racconta; gli mancava il dialetto; gli mancava stare lontano e non sentire la gente parlare il suo dialetto; gli mancava non sentire gli odori dei piatti tipici che a Montemesola si preparano in determinati periodi dell’anno in occasione di alcune festività. “Quando sento che a qualcuno Montemesola non manca, resto meravigliato” dice. “Montemesola è piccola, ma bella”.Un intervento il suo, quasi uno sfogo, naturale, spontaneo, ispirato dalla nostalgia che caratterizza il libro per il quale è stato invitato ad intervenire. Don Andrea è un parroco molto presente nella comunità montemesolina. Presente e vicino ai giovani e ai loro interessi. Un monito, un punto di riferimento per la gioventù. Non ama affatto apparire, e con estrema umiltà e modestia stasera ha esordito dicendo di non essere bravo con le parole fuori dalla sua casa, la chiesa. Al contrario, stasera Don Andrea le parole le ha conciliate perfettamente con la circostanza, dando ai presenti uno spunto di riflessione non indifferente. L’importanza delle radici e dell’attaccamento alla propria terra, e di come le persone che passano quotidianamente nella nostra vita, possano lasciare in noi tracce indelebili, e a me l’onore e il piacere di raccontarlo, riconfermando la personale considerazione di una persona che riesce a guardarti dentro e che si lascia guardare.
Foto di Ciro Pappadà