Più che libro, si tratta di una raccolta. Una raccolta di pensieri sparsi, lasciati lì, nei ritagli di tempo, ad esprimere un’emozione che ha caratterizzato un momento ben preciso di una vita oramai lontana. Immagini che quasi impossibilmente potranno essere riviste, momenti che non potranno più essere vissuti; ma vivono: vivono nella raccolta di aneddoti del professor Peppetto Notaristefani, e con loro vive anche lui e tutta la gente di cui si è circondato e che ha lasciato in lui qualcosa, o al contratio, in cui ha marcato forte la sua presenza. Questo è “Briciole”, è stato presentato questa sera presso la sala parrocchiale di Montemesola, alla presenza del presidente dell’associazione politico culturale “Peppetto Notaristefani” Claudio Altavilla; del vicepresidente Chiara Girace; dell’architetto Adolfo Corrente; del Parroco di Montemesola Don Andrea Casarano, e al tavolo anche, la nipote del professor Notaristefani, Rossella Notaristefani.
Una presentazione di un libro diversa dalle altre. Si respirava in sala l’emozione contenuta nei ricordi del Notaristefani, e con essa, la nostalgia, perno intorno al quale la raccolta ruota. Nostalgia intesa non come tristezza, ma come sentimento di attaccamento puro e primordiale alla terra natia, come quello di un figlio con la propria mamma. Un attaccamento forte che si legge in ogni singola parola del professore: quando parla del suo paese (Montemesola); della gente che lo circonda; del personaggio particolare dell’epoca.
Il libro raccoglie tutto un percorso del professore diviso tra anni scolastici (era un insegnante di scuola elementare), aneddoti, riflessioni, e voglia di riscatto. Voglia di riscatto di un paese che stava cambiando alla velocità della luce, portando via con se il concetto dello stare insieme. Un’evoluzione, quella dei tempi, inversamente proporzionale al concetto di comunità: più si progredisce più si resta soli. Quasi una filosofia potremmo dire. E a proposito di questo, se il professor Peppetto è ricordato con tanta malinconia, è proprio per il suo aver saputo fare filosofia, nella ricerca giorno dopo giorno, della verità. E come rammenta Don Andrea Casarano, chi nella vita ha perseguito la verità non viene mai dimenticato. La raccolta “Briciole”, contiene anche alcune lettere che il professor Notaristefani ha ricevuto da alcuni suoi ex alunni. Una in particolare, firmata “il capoclasse Martino”, fa emergere quanto quest’uomo avesse trasmesso ai suoi discenti: non solo nozioni, ma modi di vivere, lezioni di vita. E qui il ringraziamento del “capoclasse Martino”, l’esser diventato l’uomo che il maestro gli ha insegnato ad essere. Il concetto di educazione e comunicazione maestro -discente espresso con parole semplici, con una comunicazione immediata, come sottolinea l’architetto Corrente. Pensieri scritti di getto, impressi lì, e nei quali Peppetto vive. Sua nipote Rossella, che ha deliziato la serata con la lettura di alcuni passi, spiega che se c’è una parola che descrive al meglio questa raccolta, quella è “collettività”. Collettività perché parla di un paese; collettività perché per metterlo insieme ha collaborato molta gente; collettività perché molta gente andrà a leggerlo. Un testo importante, come spiega Rossella Notaristefani, in un momento in cui l’individualismo si afferma a discapito della collettività; un testo che permette alla lettura, di ricordare gente che non c’è più, ma che vive in questo libro, insieme al professor Peppetto, nella sua Montemesola, quella bella, quella compatta, quella rimpianta e mai dimenticata.