E’ stata aperta un’indagine sull’episodio avvenuto sabato 4 luglio, intorno alle ore 16, nel quartiere Tamburi. Le immagini e i video della tempesta di minerali, sono state raccolte e diffuse dai tanti abitanti del quartiere e, nel giro di poche ore diventate virali.
I magistrati della sezione reati ambientali, guidati dal procuratore aggiunto e procuratore capo Maurizio Carbone, della procura di Taranto, hanno aperto un fascicolo – momentaneamente contro ignoti e senza configurazione di reato – sulla nube di polvere ferrosa sollevatasi dai parchi minerali, in conseguenza alla tromba d’aria. L’intero quartiere a ridosso dello stabilimento siderurgico è stato – come testimoniato dal materiale fotografico – letteralmente ricoperto dalle polveri rosse. I magistrati hanno assegnato delega ai carabinieri del NOE – nucleo ecologico – per effettuare rilievi e accertamenti utili ad individuare le possibili cause e responsabilità di quanto accaduto.
Come spiegato anche da Luciano Manna sulle pagine di VeraLeaks, le polveri rosse non sono altro che cumuli di minerale stoccati in un’area all’aperto – parco omo agl – sul lato est dello stabilimento. Quello che è importante sottolineare è che la copertura parchi diventerebbe un’area di sosta durante lo stoccaggio di questo agglomerato. Stoccaggio di minerali che avverrebbe all’aperto a seguito di un trattamento che li renderebbe altamente tossici: “Qui si trovano già mescolati i minerali provenienti dall’area parchi più alcuni additivi – scrive Luciano Manna – Da considerare che questi materiali hanno già subito un trattamento di cottura a 1300°, pertanto hanno un livello di tossicità molto più elevato del semplice minerale di ferro o di carbone.”
Secondo quanto riportano i dati di Arpa Puglia, nella sezione del sito “qualità dell’aria” (come evidente anche in foto), si è registrato un picco – alle ore 16 del 4 luglio nel quartiere Tamburi – di PM10 ENV, ossia materiale particolato altamente inquinante, classificato dalla IARC (International Agency for Research on Cancer), tra i peggiori agenti carcinogeni presenti.
Ebbene, le rilevazioni di Arpa segnano un innalzamento del livello a 171 mcg/m3 nella centraline di via Orsini, quartiere Tamburi.
Ad agire tragicamente da concausa alla nube di polveri rosse di sabato – come spiega accuratamente Luciano Manna sul sito VeraLeaks – anche i nastri trasportatori scoperti che, come previsto dalle prescrizioni ambientali, avrebbero già dovuto essere chiusi nel settembre 2016: termine poi prorogato al maggio 2020 e, successivamente, che rischiava di subire un ulteriore slittamento al 31 luglio 2021, con proroga di 14 mesi richiesta del gruppo AM per l’adempimento delle prescrizioni e in ultimo, fissato al termine del 30 settembre 2020, dal ministro dell’ambiente, Sergio Costa, con decreto.
Lo stoccaggio dei minerali all’aperto e anche di materiali nell’area GRF determinato, inoltre, una ingente dispersione di materiali: “Dove si scaricano le scorie delle paiole e della discarica Mater Gratiae, dove – prosegue Luciano Manna – l’azienda stocca all’aperto fanghi e polverino di altoforno e acciaieria. Tutto ciò rappresenta un serio rischio e avrà provocato un danno sanitario che nessuno è capace di calcolare.”