“Anche oggi a Montemesola non abbiamo casi positivi”. È oramai la frase più attesa alla sera, durante il consueto collegamento social con il sindaco di Montemesola Vito Antonio Punzi.
È la frase che vuole sentire ogni cittadino, la stessa che i volontari della protezione civile dell’associazione “Pinuccio Giacobelli”, “intascano” in cuor loro ogni sera, quale gratifica al loro costante impegno di questi giorni.
Ed è proprio a loro che, come Giornale, rivolgiamo questo tributo, perché se Montemesola fino a questo momento non ha registrato contagi, è anche grazie alla loro dedizione e al loro sacrificio.
Il Coronavirus ha colto tutti di sorpresa e impreparati. I dati su possibili contagi variano di minuto in minuto, quindi non siamo mai in grado di ritenerci fortunati con certezza.
Chi scrive sa esattamente che il titolo di questo editoriale sia un azzardo perché questo virus è imprevedibile, ma la giusta chiave di lettura la si trova snocciolando quello che ogni giorno questi ragazzi fanno per la comunità di Montemesola.
L’associazione “Pinuccio Giacobelli” è composta da 40 soci iscritti nel registro della Protezione Civile. Per questa emergenza gli attivisti sono 18 e vanno a comporre una sorta di elenco parallelo inviato al C.O.C. (Centro Operativo Comunale).
Ho deciso di raccontare, a voi che siete in casa, come si svolge la giornata di un volontario. Per farlo, mi sono avvalsa dell’aiuto del presidente dell’associazione “Pinuccio Giacobelli”, Antonio Ressa.
Ressa ci ha spiegato che il lavoro del volontario inizia di buon mattino con il “centralino”. Un volontario risponde al telefono e segna le varie richieste della cittadinanza. Dopodiché, c’è la divisione delle mansioni: infatti, i ragazzi, si occupano di fare la spesa per chi ne fa richiesta, recandosi presso il supermercato indicato dal cittadino. Vi è poi il ritiro e consegna dei farmaci che vede un lavoro parallelo: non tutti sono dotati di pc, quindi non tutti possono ricevere le prescrizioni mediche in via telematica. Per questi casi, i volontari si recano dal medico curante del cittadino, ritirano la prescrizione, la consegnano in farmacia e ottengono il farmaco da consegnare presso le abitazioni.
Inizialmente, come ha spiegato il presidente Antonio Ressa, il servizio era destinato ai cittadini over 60. Successivamente, in seguito all’inasprimento dei Dpcm e delle ordinanze, si è deciso di estendere il servizio a tutta la popolazione.
Ad oggi, dopo 15 giorni, i volontari hanno registrato all’incirca 510 interventi sul territorio di Montemesola.
Ma non solo: i volontari sono disposti, mediante una sorta di foglio di marcia che ne giustifica gli spostamenti in causa di controllo da parte delle Forze dell’Ordine, a recarsi nei comuni limitrofi per quei cittadini che necessitano di farmaci particolari o dispositivi medici.
«Tutto questo – dice Ressa – pur di farli restare a casa».
Le iniziative messe in campo e dislocate sui due turni dei volontari, sono state tante. Tra queste, la consegna delle mascherine monouso, effettuata porta a porta e che ha garantito ad ogni nucleo famigliare, almeno due mascherine.
Inoltre, sono stati inviati due volontari all’esterno dell’ufficio postale, così in vista dei pagamenti dell’indennità di pensione, evitano assembramenti distribuendo un numeretto per l’ordine d’ingresso negli uffici.
Ancora, i volontari, sono impegnati a dare ausilio al parroco di Montemesola Don Andrea Casarano, per la raccolta di alimenti destinati alle famiglie bisognose. E proprio a tal proposito, ci tiene a precisare Antonio Ressa che, nel rispetto della privacy dei cittadini bisognosi che usufruiscono della raccolta effettuata dalla Parrocchia “Santa Maria della Croce”, ad interfacciarsi con il parroco per le consegne, vi è un solo volontario con l’impegno della massima riservatezza.
Queste sono tante delle attività che caratterizzano la giornata tipo di un volontario, in questa situazione di emergenza.
Per alcuni anziani soli e senza famiglia, i ragazzi dell’associazione “Pinuccio Giacobelli” sono degli eroi, perché senza il loro aiuto non ce l’avrebbero mai fatta.
Quello su cui forse ci soffermiamo meno, però, è il rischio che questi ragazzi corrono.
Permettere ai cittadini di restare a casa, fare la spesa per loro, recarsi in farmacia per loro, espone i volontari più di chiunque altro al rischio del contagio.
«Questo loro lo sanno, lo sappiamo tutti – dice Antonio Ressa – sono persone spinte da uno spirito nobile, da “un’incoscienza genuina”. Molti di loro anticipano anche soldi per la spesa o farmaci».
La comunità di Montemesola sta rispondendo abbastanza bene. Tutti rispettano le regole, restano tutti in casa e in tanti si rivolgono ai volontari. Qualcuno ha anche donato del denaro che, come ci assicura Ressa, è stato regolarmente registrato.
Le note stonate ahimé sono ovunque, anche in una situazione grave e delicata come questa. A volte si manifestano per quello che sono realmente, altre volte si celano dietro proclami di pace e amore.
Ai volontari, dell’ingratitudine di pochi non importa nulla, perché a ripagarli c’è il riconoscimento di una comunità intera e il sorriso di quell’anziano solo, che senza di loro, sarebbe stato ancora più solo.
Vogliate concedermi una personale considerazione: non esiste modo migliore per onorare la memoria del caro Pinuccio Giacobelli, se non facendo quello che lui amava fare: “insegnare”, nel senso pedagogico del termine. Come fattore di educazione morale, state insegnando tanto a questa comunità.
A voi, dal Quotidiano online Tarantini Time, un sentito GRAZIE.