Come volevasi dimostrare, il ruolo fin qui svolto dal Governo garantiva soprattutto l’acquirente Mittal che poteva contare sia su una normativa azzoppata dal punto di vista della tutela della salute e sulla facilità di licenziamento per i lavoratori riassunti con il JobsAct, potendo anche permettersi di lasciare senza contratto circa 4000 lavoratori. Per questi ultimi, fino ad oggi, c’è solo la promessa di Invitalia che, secondo quanto dichiarato, a fine piano dovrebbe individuare soluzioni per dare prospettive stabili a tempo indeterminato ai lavoratori rimasti in carico all’amministrazione straordinaria della vecchia Ilva.

Ribadiamo, ancora una volta, la nostra proposta di reintrodurre la valutazione del rischio e dell’impatto sanitario, per tutelare la salute nel territorio, e affrontare con i Sindacati e le Istituzioni locali, la sfida del Piano industriale, attraverso l’istituzione del Consiglio di sorveglianza. L’obiettivo deve essere quello di garantire a tutti i lavoratori il mantenimento della loro occupazione nel lungo periodo e non per qualche anno, in base alle esigenze di una multinazionale straniera. Siamo curiosi di conoscere la posizione che hanno i nuovi protagonisti della politica nazionale su questa vicenda, ma sentiamo parlare solo di accordi fra Partiti o pezzi di essi, senza comprendere quali prospettive propongono al Paese su una vertenza così importante come quella che riguarda Taranto e l’intera produzione industriale italiana.
Mino Borraccino