Confermati gli arresti domiciliari per l’ex procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo arrestato lo scorso 19 maggio scorso nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza competente sui magistrati jonici. Il tribunale del Riesame del capoluogo lucano ha rigettato la richiesta di annullamento depositata dal suo difensore l’avvocato Antonella Pignatari. Capristo e’ accusato in concorso con altre quattro persone tutte ai domiciliari di tentata induzione indebita per dare o promettere utilita’. I cinque indagati secondo l’accusa avrebbero cercato in indurre un pm all’epoca in servizio a Trani ad aggiustare e portare avanti un processo per usura. Nei giorni scorsi Capristo ha presentato domanda di pensione.
Si conosceranno fra 45 giorni le motivazioni con cui il tribunale del riesame di Potenza ha respinto l’istanza per rimettere in libertà il procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo già alla guida della Procura di Trani fino al 2016. ”Sin d’ora posso dire che faremo ricorso in Cassazione per l’annullamento della misura cautelare” dice l’avvocato Angela Pignatari all’Adnkronos. Nel corso degli interrogatori uno degli altri arrestati l’ispettore di polizia Michele Scivittaro aveva dichiarato che da Capristo non era partito nessun ordine per convincere il pm di Trani Silvia Curione ora in servizio a Bari a procedere in sede penale per usura contro una persona denunciata dagli imprenditori di Bitonto Bari Giuseppe Cosimo e Gaetano Mancazzo. Il riesame invece ha dato ragione all’accusa sostenuta dal procuratore di Potenza Francesco Curcio che nell’udienza di venerdi’ ha presentato ulteriori accuse. Sempre oggi rigettata l’istanza di annullamento della misura cautela per Cosimo Mancazzo. Per gli altri tre arrestati le udienze non sono ancora state fissate