E’ il momento del dolore: la comunità jonica ancora una volta è costretta a pagare un prezzo altissimo, troppo grande, non ci possono essere compensazioni o trattative che giustifichino certe tragedie.
Ma questo non deve essere il momento della polemica, o addirittura della speculazione politica: troppi attori e opinionisti puntualmente spuntano in questi tragici momenti per poi sparire subito dopo…
Non basta più indignarsi. È arrivato il momento di agire, di difendere con energia e, se necessario, ad alta voce la nostra comunità, le nostre donne e i nostri uomini che quotidianamente faticano in ogni luogo di lavoro.
Non è più possibile tollerare il disimpegno quotidiano di chi deve vigilare sulla nostra salute e la nostra sicurezza, per poi vederli affranti e costernati nei momenti tragici: si dia immediatamente avvio ad una fase dove le responsabilità siano ben delineate.
In questi mesi si è svolta una discussione circa il futuro dell’azienda e i punti cardini appaiono il piano industriale e l’impatto ambientale; su queste ragioni abbiamo assistito, a volte con qualche imbarazzo, a battute fuori luogo, a lotte di potere, di partito e di corrente, mai una parola sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, mai i variegati tavoli che hanno affrontato la trattativa hanno posto la sicurezza alla pari con le altre questioni.
A chi sta conducendo la trattativa forse mancano i dati sul prezzo che la nostra comunità ha pagato nel corso dei decenni, allora glieli forniamo noi: UNA STRAGE.
Sì, una strage che si protrae fin dalla prima colata, una strage di innocenti che gridano giustizia e che si aspettano che chi può fare faccia, che chi può, non permetta più che accadano tragedie simili.
Il Gruppo Iindipendente per Taranto è sconvolto e si unisce alla sofferenza della famiglia di Angelo, e si appella a tutti affinché la sua giovane famiglia non rimanga sola.
Taranto, lì 18 maggio 2018