Quanti migranti restano a Taranto? Quanti ce ne sono già e quanti è previsto che continueranno ad aggiungersi? Soprattutto, dove saranno ospitati? Da chi? Per quanto tempo? Con quali prospettive? L’incontro di ieri a Trieste tra il nostro premier Gentiloni, la signora Merkel e il neo presidente francese Macron, ha definitivamente sancito l’isolamento del nostro Paese rispetto alla grave emergenza che stiamo vivendo. Il futuro, se non ci saranno cambiamenti radicali nelle politiche dell’accoglienza, lascia intravedere l’aumento esponenziale degli arrivi. A Taranto, dove insiste peraltro un hot-spot, questa emergenza si associa ad altre criticità che riguardano l’occupazione, i servizi, la carenza di abitazioni. E’ bene dunque in primo luogo comprendere con chiarezza, dati alla mano, quali siano le prospettive nell’immediato e nel lungo periodo. Non si può pensare di continuare ad accogliere persone che fuggono, in piccola parte dalle guerre e la maggior parte dalla fame, senza avere le risorse necessarie per garantire loro un futuro dignitoso. Futuro che non riusciamo a garantire purtroppo neppure ai tanti nostri giovani costretti a loro volta ad emigrare. Si dia corso quindi ad una equa distribuzione su tutto il territorio nazionale, considerando anche l’impegno, non irrilevante, per la gestione dell’hot spot. In ogni caso è necessario che l’opinione pubblica abbia notizie ufficiali sui piani di dislocamento dei migranti in città, così da evitare che periodicamente si diffondano notizie che producono comprensibile allarme. Così come, inoltre, è auspicabile che vi sia una distribuzione diffusa evitando concentrazioni. Ricordiamo che l’accoglienza, e la possibile integrazione, deve avere come obiettivo gli interessi esclusivi dei migranti e dei cittadini, e non quelle di organizzazioni ( di varia eterogenea natura ) che si occupano ( anche qui va capito come) dei servizi appaltati dalla prefettura.
Avv. Francesco D’Errico
Coordinatore cittadino