Da secoli oramai, i riti pasquali nel piccolo comune di Montemesola si chiudono con la cosiddetta domenica “della Mutata”. Si tratta in sostanza, di una seconda pasquetta in cui le famiglie si recano a piedi, in un lungo pellegrinaggio, presso il santuario della Madonna di Mutata, situato nelle campagne tra il territorio di Grottaglie e quello di Martina Franca.
Il Santuario è dedicato alla Vergine Assunta, e i pellegrini provenienti da Montemesola, Grottaglie, Martina Franca, Monteiasi e Villa Castelli, vi si recano sia la domenica successiva alla Pasqua che il giorno di ferragosto.
La tradizione vuole che in questa giornata si pranzi tutti insieme all’aperto nelle campagne gustando le cosiddette “palomme”, un dolce tipico di questa giornata al cui centro viene piazzato un uovo.
La “paternità” del Santuario è un argomento da sempre molto dibattuto. L’appellativo “Mutata” si narra, sia da ricondurre ad un fenomeno miracoloso verificatosi nella seconda metà del 1300. Si racconta infatti, che un dipinto in cui veniva rappresentata la Vergine, si trovava sulla parete sud del Santuario e dunque guardava verso Martina Franca. Un giorno però, miracolosamente, il dipinto apparve sulla parete nord, puntando la vista verso Grottaglie. Da qui, l’appellativo “Mutata”, riconducibile alla posizione dell’immagine sacra che era appunto mutata.
Domani i pellegrini da Montemesola, come ogni anno, si recheranno presso il Santuario, dove dopo la celebrazione della Santa Messa, trascorreranno una domenica all’aperto e in compagnia.
Lungo la strada come da avviene oramai da qualche anno, sarà presente anche la ProLoco con un proprio stand per un punto ristoro. L’iniziativa rientra nel progetto dei gruppi di cammino.