Dalla carta alla realtà della strada, il progetto della nuova BRT (Bus Rapid Transit) a Taranto sembra rivelarsi una vera e propria gatta da pelare per i tecnici comunali. Mentre si attende ancora il confronto con l’Amministrazione comunale, che Confartigianato per prima sollecita ormai da mesi, se da un lato si comprendono le difficoltà realizzative dell’opera, dall’altro cresce la preoccupazione per il buon esito complessivo dell’infrastruttura e per le sue ricadute economiche e sociali sulla città. Basta percorrere le strade interessate dal progetto, specialmente quelle da sempre fulcro del
traffico quotidiano, per rendersi conto di come, in diversi tratti, il passaggio simultaneo di un bus di quelle dimensioni, con corsia riservata, appaia un’impresa complessa, se non impossibile. Le stesse arterie di collegamento con i quartieri periferici, in particolare Lama e Talsano, già oggi perennemente congestionate, lasciano intuire le difficoltà di un sistema che, in molti punti, vedrà il bus costretto a muoversi in modo promiscuo, all’interno del normale traffico cittadino.
Un paradosso che rischia di snaturare la funzione stessa della BRT, rendendo i suoi tempi di percorrenza simili a quelli dei comuni automobilisti e vanificando, almeno in parte, l’idea di un trasporto davvero rapido ed efficiente. Si tratta di criticità ereditate dalla nuova Amministrazione comunale, chiamata a gestire la complessità di un progetto ambizioso ma difficile da adattare a una città come Taranto, dove la realtà quotidiana spesso smentisce la teoria dei piani su carta.
Ma i problemi non si fermano alla viabilità e alla durata dei cantieri. Se, come riportato ancora oggi sulla mappa ufficiale del progetto consultabile su www.cantieretrasparentebrt.taranto.it, la BRT passerà addirittura proprio davanti a un grande centro commerciale, già situato ai margini del centro abitato, le conseguenze per il commercio di vicinato, e in particolare per quello del Borgo, rischiano di essere devastanti.
Da trent’anni si parla di rilancio, riqualificazione e rinascita del centro cittadino, ma la realtà racconta tutt’altro: una lenta agonia fatta di strade svuotate, decoro compromesso, vivibilità ridotta e negozi che chiudono. E ora, mentre i cantieri della BRT avanzano rapidamente, c’è il rischio concreto che le nuove linee entrino in funzione prima che si concretizzino alcune infrastrutture annunciate, a partire dai parcheggi (la cui situazione, come sappiamo, andrà ad aggravarsi ulteriormente con l’arrivo della BRT), ancora oggi solo sulla carta, ma indispensabili per affrontare i problemi strutturali del cuore della città.
Confartigianato non intende mettere in discussione la legittima attività dei centri commerciali, ognuno fa il proprio mestiere, ma è evidente che rendere ancora più agevole l’accesso a quelle strutture, già dotate di un’offerta ampia e attrattiva, metterà ulteriormente in crisi le attività del centro, se non saranno previste contestuali contromisure.
È facile prevedere che, se un cittadino potrà raggiungere in pochi minuti e senza usare l’auto un grande centro commerciale comodo, luminoso e pieno di servizi, sarà sempre più difficile convincerlo a passeggiare tra le saracinesche abbassate del Borgo.
Ecco perché Confartigianato lancia un appello forte e responsabile: mentre si corre verso la modernità della BRT, non si dimentichi che il cuore pulsante della città batte, o dovrebbe battere, nel suo centro storico e commerciale. Sappiamo che l’Amministrazione comunale è già al lavoro su alcune soluzioni, molte delle quali richiedono purtroppo tempi di realizzazione lunghi, ma è indispensabile affiancare a queste anche interventi immediati e concreti su mobilità, sosta, decoro urbano, incentivi alle attività di vicinato e politiche di rigenerazione. Perché se il futuro dei trasporti viaggia a passo spedito, quello del Borgo non può più aspettare.
Taranto ha bisogno di modernità, sì, ma anche di equilibrio, ascolto e visione. Sarebbe stato normale poter discutere e analizzare tutto questo prima, in fase di progettazione. Ma purtroppo a Taranto non funziona così: come troppo spesso accade, si preferisce arrivare a fatti compiuti, salvo poi piangere sulle conseguenze. Forse, però, possiamo ancora fare qualcosa. Ed è proprio in questa prospettiva, sulla BRT, la più grande infrastruttura realizzata sul territorio dopo la nuova base navale, negli ultimi trent’anni, che può e deve trovare spazio il contributo di idee, proposte e soluzioni che le principali associazioni di categoria sono pronte a offrire, con l’obiettivo comune di conciliare innovazione, sostenibilità e tutela del tessuto economico e sociale cittadino.
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