A Montemesola si tramanda da generazioni una storia che affiora ogni anno tra l’1 e il 2 novembre, quando il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si fa più sottile. È la leggenda – o forse il ricordo popolare – della processione dei morti e della Messa alla chiesa del Rosario, un racconto sospeso tra fede e paura, raccontato dai nonni.
Secondo la leggenda, nelle notti dedicate ai defunti, i morti di Montemesola uscirebbero in silenziosa processione dal cimitero, incamminandosi verso la chiesa del Rosario per assistere a una messa celebrata da un sacerdote anch’egli trapassato. Le campane, dicono, suonerebbero da sole, e un chiarore innaturale illuminerebbe la chiesa, come un richiamo ultraterreno.
Una delle versioni più note racconta di un’anziana donna del paese che, udendo le campane, credette si trattasse della consueta messa delle sei. Entrata in chiesa, si sarebbe accorta con orrore che tutti i presenti – dai fedeli inginocchiati al sacerdote sull’altare – erano morti. Colta da un malore, sarebbe riuscita a malapena a uscire, portando con sé il ricordo di quell’immagine spettrale.
Un’altra versione parla invece di una donna che, passando di notte nei pressi della chiesa del Rosario, vide le luci accese e, incuriosita, entrò. All’interno trovò un sacerdote defunto che celebrava la messa davanti a un’assemblea di anime del purgatorio. Accortosi della sua presenza, il sacerdote le avrebbe intimato di uscire immediatamente, poiché quella non era una messa destinata ai vivi.
Nessuna di queste storie trova riscontro negli archivi della Confraternita del Rosario, dove non compaiono annotazioni o testimonianze relative a eventi simili. Eppure, la leggenda continua a circolare, radicata nella memoria collettiva e forse alimentata da quell’antico timore contadino per le notti dei morti, quando tutto sembra possibile e i confini dell’aldilà si fanno permeabili.
Alcuni anziani del paese raccontano anche di un nome, quello di don Bonaventura Enriquez, sacerdote realmente esistito e morto nel 1957, che secondo alcuni sarebbe stato il protagonista di quella messa dei morti. Ma la data della sua morte, troppo recente, rende improbabile il legame diretto con una leggenda che affonda le radici in tempi più lontani.
Che si tratti di suggestione popolare, di eco di antichi riti o di una storia nata per spiegare il mistero della notte dei defunti, la processione dei morti di Montemesola rimane una delle narrazioni più affascinanti e inquietanti della tradizione locale. Una leggenda che, come il suono di una campana all’alba, continua a vibrare nella memoria del paese, ricordando a tutti che la linea tra la vita e la morte, a volte, è solo una sottile ombra di fede.
Scopri di più da Tarantini Time Quotidiano
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.










