Una storia di degrado e disperazione dietro il gesto estremo della donna di 42 anni trovata domenica pomeriggio in strada, con il volto insanguinato, nel centro storico di Montemesola. Secondo quanto accertato dai carabinieri, la donna si sarebbe colpita più volte alla testa con un peso da palestra di circa cinque chilogrammi, in preda a un profondo stato di crisi.
A dare l’allarme sono stati i vicini, che l’hanno vista uscire dall’abitazione in condizioni drammatiche. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e i carabinieri della stazione di Montemesola, guidati dal comandante Francesco Muolo, insieme al Norm di Martina Franca. La donna, ancora in stato di agitazione, avrebbe continuato a colpirsi anche in presenza dei soccorritori, danneggiando un’apparecchiatura all’interno dell’ambulanza.
Trasportata d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, le sono state riscontrate ferite guaribili in 25 giorni. Dopo gli accertamenti, è stata trasferita al “Moscati” per una consulenza psichiatrica: i medici le hanno diagnosticato un forte stato di psicosi e ne hanno disposto il ricovero.
Il compagno, sotto choc, è stato ascoltato dai militari. Gli investigatori propendono per l’ipotesi del tentato suicidio.
Dietro l’episodio, una situazione di grave precarietà. La coppia, originaria di un altro comune della provincia, viveva in affitto a Montemesola da due anni ma era destinataria di un ordine di sfratto per morosità. Entrambi disoccupati, cercavano lavori occasionali per sopravvivere. Erano seguiti dai servizi sociali comunali, che in più occasioni avevano fornito generi alimentari e piccoli sussidi.
Secondo quanto raccontano alcuni residenti, i due ricevevano spesso aiuti anche dal vicinato, che in più di un’occasione aveva offerto cibo o beni di prima necessità. Ma non tutti, in paese, avevano mostrato la stessa sensibilità: diversi esercenti locali, riferiscono i testimoni, avrebbero ignorato le richieste di aiuto della coppia, evitando persino di rispondere.
La donna, madre di un bambino affidato tempo fa a terzi, soffriva di una profonda depressione. Alcuni vicini ricordano di averla vista camminare più volte per le vie del paese chiedendo notizie del figlio.
Ma l’orrore nell’orrore è stato la diffusione di una foto che ritrae la donna ferita e in stato confusionale, completamente piena di sangue, scattata subito dopo l’accaduto e circolata su WhatsApp. Questa foto è arrivata anche a noi, ma ovviamente non la mostreremo per rispetto della dignità di una donna che non era in sé e che, anziché diventare oggetto di pettegolezzo, forse avrebbe meritato qualche attenzione in più. Magari un aiuto.
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