“Alla luce dei gravi fatti di cronaca, è evidente che le rassicurazioni istituzionali sulla sicurezza a Taranto e provincia non corrispondono alla realtà. Nonostante le statistiche ufficiali parlino di un calo dei reati, si registra un netto aumento di episodi criminali – in particolare reati predatori – e resta sottaciuto un dato preoccupante: moltissimi cittadini non denunciano più i reati subiti”.
Così Antonio Digregorio, segretario generale provinciale del Siulp.
L’ultima sparatoria nel quartiere Tamburi – con un morto, tre feriti e una persona in coma – è solo l’ennesimo segnale di un’escalation criminale che non può più essere ignorata. Così come non possono essere ignorati altri episodi recenti, come la sparatoria a Grottaglie seguita all’omicidio del Brigadiere dei Carabinieri Legrottaglie.
Il quadro è allarmante: Taranto rischia di ripiombare in una fase di violenta instabilità criminale, legata a vendette e lotte per il controllo dei traffici illeciti. A fronte di questo scenario, la risposta dello Stato è stata debole: la città, con oltre 200mila abitanti, è rimasta per troppo tempo priva del necessario rafforzamento in uomini e mezzi. Le pattuglie sono poche, i turni massacranti, il personale allo stremo. In queste condizioni, anche la gestione dell’ordinaria criminalità diventa critica.
Il Siulp denuncia con forza la gravità della situazione: il Ministero dell’Interno deve intervenire con urgenza per rivedere il piano sicurezza per Taranto. È necessario potenziare gli uffici operativi – Squadra Mobile, Digos, controllo del territorio e pronto intervento – affinché possano contrastare efficacemente la criminalità e restituire alla cittadinanza sicurezza e fiducia.
Non c’è più tempo: la recrudescenza criminale è in atto e le istituzioni, locali e nazionali, hanno il dovere tecnico e giuridico di garantire ordine pubblico e sicurezza, oggi fortemente compromessi.
Un sentito ringraziamento va ai colleghi intervenuti con prontezza e professionalità, nonostante le difficoltà – come quelle riscontrate al Pronto Soccorso dell’ospedale civile – e alla Squadra Mobile per il fermo del sospettato poco dopo l’evento.”
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