Costanzo Carrieri, in qualità di Presidente dell’ASI, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione di incertezza che si è venuta a creare attorno al centro siderurgico ex Ilva, condividendo l’apprensione dei lavoratori, sia diretti che dell’indotto. Carrieri ha sottolineato anche l’allarme lanciato da cittadini e associazioni a difesa della salute pubblica.
Secondo Carrieri, il Tribunale di Milano potrebbe, già nei prossimi giorni, decidere per lo stop alla produzione e all’attività della fabbrica, applicando la sentenza della Corte di Giustizia Europea di un anno fa. In questo contesto, ha evidenziato “l’urgenza” manifestata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, affinché venga sottoscritto un accordo di programma propedeutico al rilascio dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Carrieri ha ammonito che questa corsa contro il tempo rischia di oscurare la necessità di agire “pro Taranto”, affrontando le molteplici criticità che la comunità locale sta pagando sotto il profilo ambientale, sanitario e sociale. Ha quindi apprezzato le posizioni del Sindaco di Taranto Pietro Bitetti, del Presidente della Provincia Giancarlo Palmisano e del Sindaco di Statte Fabio Spada, i quali – a suo avviso – hanno fatto bene a chiarire al Governo che l’accordo di programma non può in alcun modo essere una delega in bianco, né può essere accettabile che le istituzioni locali vengano messe sotto pressione evocando lo spettro della chiusura dello stabilimento, senza indicazioni e prescrizioni chiare.
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Carrieri ha ribadito che non si può più continuare ad agire in modo divisivo, scaricando responsabilità. Serve invece, ha detto, rispetto per il territorio e una visione chiara, accompagnata da programmazione e azione efficace.
Ha poi sottolineato che l’Accordo di Programma Interistituzionale rappresenta – come già affermato in molte occasioni – lo strumento idoneo per definire in modo concreto e serio chi deve fare cosa, con quali modalità e in quali tempi avviare e completare il processo di decarbonizzazione degli impianti, processo che non è più rinviabile se davvero si vuole tutelare la salute e garantire il lavoro, due facce della stessa medaglia.
Carrieri ha anche evidenziato la necessità di non trascurare i vari aspetti fondamentali:
- Industriale: riguardante le manutenzioni, la condizione dei dipendenti, l’accordo con le parti sindacali e i rapporti con altri soggetti operativi.
- Ambientale: con particolare attenzione alle bonifiche e all’AIA. In merito a quest’ultima, ha espresso perplessità sulla recente richiesta di revisione, soprattutto alla luce del D.Lgs. n. 5 del 30.01.2025, che prevede che la VAS (Valutazione Ambientale e del Danno Sanitario) venga effettuata dai gestori stessi dell’impianto, diventando così controllori e controllati. Carrieri ha proposto che tale valutazione venga invece affidata a un organo terzo e competente.
- Urbano: con misure a tutela dell’indotto locale, sostegno alla comunità, arretramento dell’impianto da porto e città, e investimenti in ricerca (Tecnopolo, Università, ecc.).
- Finanziario: includendo le risorse disponibili come PNRR, CIS, ZES, JTF, oltre agli ammortizzatori sociali da impiegare.
- Operativo: definendo i dettagli dell’accordo come durata, cabina di regia, revisioni e gruppi di lavoro.
Carrieri ha poi richiamato l’attenzione sulla necessità di includere clausole giudiziali e risolutive che inquadrino l’accordo anche alla luce di questioni pregresse, come il sequestro degli impianti. Ha inoltre auspicato che venga chiaramente indicato chi dovrà contribuire alla stesura dell’accordo, suddividendo i soggetti tra livello governativo, locale, socio-economico e tecnico-scientifico.
A suo avviso, questa emergenza richiede impegni precisi, tra cui:
- L’inserimento nel bilancio dello Stato di un fondo di circa 4 miliardi di euro, somma ritenuta necessaria per il risanamento funzionale dell’impianto, sia sotto il profilo ambientale che tecnologico.
- La gestione del centro siderurgico per almeno 5 anni tramite un sistema di partenariato pubblico-privato.
Secondo Carrieri, questi interventi rappresenterebbero una vera garanzia della volontà di avviare un percorso concreto di transizione ecologica, che salvaguardi salute, ambiente e produzione in tempi ragionevoli – e non certo entro l’irrealistico orizzonte del 2039.
Ha infine concluso che rispetto a tale obiettivo tutti devono fare la propria parte in modo costruttivo e propositivo, senza tattiche dilatorie. La transizione ecologica, ha detto, è già stata avviata da tempo a Taranto e non può subire battute d’arresto. La comunità jonica, con i suoi interessi ambientali, occupazionali e industriali, non può più essere ostaggio di una politica approssimativa e attendista.
Per Carrieri, giustizia ambientale e sociale devono diventare i pilastri dell’azione programmatica di tutti gli attori istituzionali, che devono agire tenendo conto dei bisogni della città, del rapporto con la comunità e delle chiare indicazioni delle politiche europee.
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