Oltre duecento milioni di euro per cambiare la mobilità urbana a Taranto. Se ne parla ormai da alcuni anni, ma ormai ci siamo: la rete BRT (Bus Rapid Transit) sta per diventare realtà. Le due linee previste – Blu e Rossa – connetteranno i quartieri periferici al centro città, permettendo ai tarantini di muoversi molto rapidamente utilizzando i bus elettrici. O almeno questa è la speranza.
Una rivoluzione, certo. Che sicuramente abbatterà le emissioni inquinanti, con l’obiettivo di ridurre anche l’utilizzo di auto ed evitare, appunto, ai residenti nelle periferie di cambiare più bus. Insomma, una visione della mobilità urbana più moderna, più efficiente, più a misura d’uomo.
In teoria, a quanto pare. Perché molti sono i dubbi sul raggiungimento degli obiettivi fissati dalla ex amministrazione Melucci. E per alcuni motivi nient’affatto trascurabili.
Cerchiamo, in modo semplice, di far capire quali potrebbero essere le criticità del progetto BRT. Come detto, due le linee: Blu e Rossa.
La prima prevede il collegamento tra il quartiere Tamburi e Talsano (una quarantina di chilometri circa) attraverso la Città vecchia, il Borgo, l’ospedale, la base della Marina Militare in Mar Grande fino a raggiungere appunto la borgata.
La seconda prevede il collegamento tra Paolo VI e Cimino (44 chilometri circa) passando dalle stazioni Nasisi e Galeso, la Città vecchia, il Borgo fino al raggiungimento di Cimino.
Senza entrare nei particolari, è facile immaginare come i bus elettrici (18 metri di lunghezza, quindi non proprio… navette) dovranno attraversare la città su corsie preferenziali e perciò su vie in cui spariranno gli stalli per la sosta delle auto. Infatti, c’è chi calcola come in città si dovrà fare a meno di circa 2.000-2.500 posti auto (qualcuno azzarda fino a 3.000), specialmente nei tratti più vicini al Borgo. Taranto, del resto, ha una conformazione geografica a clessidra e più ci si avvicina al centro più le strade si restringono. Di qui l’esigenza di togliere posti auto per privilegiare le corsie preferenziali per le linee BRT che, aspetto non trascurabile, nei pressi del Ponte Girevole ad esempio – tanto in entrata quanto in uscita – andranno a intersecarsi con la mobilità ordinaria (ma anche in altri tratti). Per non parlare dei negozi di prossimità, che potrebbero veder ridursi l’attrattività e quindi con perdite serie per i commercianti.
Iscriviti al nostro Canale WhatsApp per restare aggiornato sui nostri contenuti, CLICCA QUI
Se invece vuoi essere informato di tutti gli eventi di Taranto e Provincia, iscriviti al CANALE EVENTI
Dunque, se da un lato le linee BRT potrebbero agevolare un maggior utilizzo dei mezzi pubblici (in ogni caso, per raggiungere altre aree della città le linee dei bus normali esisteranno sempre), dall’altro ci sono dubbi sull’effettiva rapidità della percorrenza nei punti strategici del centro cittadino. Così come molte perplessità sorgono sulla scomparsa dei posti auto: come creare l’alternativa per i residenti nelle aree interessate?
Intanto, partono i cantieri e purtroppo le lamentele dei commercianti si sono fatte sentire già: nessuna condivisione, nessuna concertazione, solo e soltanto una ordinanza sindacale che penalizzerà le aree interessate ai lavori.
D’accordo, ci vuole pazienza quando è in atto una rivoluzione vera e propria come può essere una nuova mobilità urbana. Ma un minimo di ascolto per chi è costretto a subire no, eh?
Scopri di più da Tarantini Time Quotidiano
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.