Luciano Manna, PeaceLink, insieme all’eurodeputata Valentina Palmisano (Movimento 5 Stelle), hanno presentato oggi un esposto al Mediatore europeo, Teresa Anjinho, denunciando oltre dodici anni di inattività da parte della Commissione europea nei confronti del disastro ambientale e sanitario causato dallo stabilimento siderurgico.
Nonostante l’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia nel 2013 per violazione delle normative ambientali, l’Europa – secondo i denuncianti – ha lasciato che la situazione degenerasse, con gravi conseguenze per la salute degli operai e dei cittadini. Nel 2022, le Nazioni Unite hanno classificato Taranto come una “zona di sacrificio umano”, a causa dei tassi elevati di cancro, malattie croniche e mortalità.
L’eurodeputata Valentina Palmisano ha dichiarato:
“Abbiamo deciso di rivolgerci al Mediatore europeo con questa denuncia congiunta perché non possiamo più tollerare l’inerzia della Commissione europea di fronte a una crisi sanitaria e ambientale che dura da oltre un decennio. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha già imposto la sospensione delle attività industriali, ma la Commissione continua a tergiversare, venendo meno al suo ruolo di garante dei trattati. Il diritto europeo non può valere a intermittenza: Taranto non può essere considerata una zona senza diritti. Chiediamo al Mediatore europeo di riconoscere la cattiva amministrazione della Commissione e di raccomandare l’immediato deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia per non aver fatto rispettare le norme ambientali. L’Europa deve agire ora, altrimenti la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee continuerà a sgretolarsi.”
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La denuncia si fonda su tre motivi principali:
- i gravi e ingiustificati ritardi della Commissione nella gestione della procedura di infrazione contro l’Italia;
- la mancanza di comunicazione trasparente ed efficace con i cittadini e le organizzazioni coinvolte;
- il mancato deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia dell’UE, nonostante la persistente violazione delle norme ambientali.
I firmatari sottolineano che, a fronte di numerose dichiarazioni formali, la Commissione non ha mai adottato misure concrete per tutelare la salute umana a Taranto. La denuncia rappresenta quindi un appello urgente affinché le istituzioni europee non voltino più le spalle a una comunità che chiede giustizia, salute e dignità.
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