La candidatura di Piero Bitetti a sindaco di Taranto, espressione del centrosinistra, rappresenta la continuità con una politica che ha già ampiamente dimostrato i propri limiti. Bitetti ha ricoperto ruoli di primo piano all’interno delle amministrazioni che governano la città da oltre vent’anni, contribuendo al declino gestionale e politico del nostro territorio.
Se a Taranto dovesse prevalere nuovamente il centrosinistra, nulla cambierebbe. La città continuerebbe a subire l’influenza di Bari, oggi identificata nelle figure di Emiliano e Decaro, che negli anni hanno trattato Taranto come un’appendice politica.
Chi oggi tenta di smarcarsi da Rinaldo Melucci dimentica, o finge di dimenticare, che è stato proprio quel centrosinistra a sostenerlo due volte, condividendo sette anni di governo. È ipocrita oggi addossargli tutte le colpe senza assumersi alcuna responsabilità.
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Emblematica poi la scelta di riaccogliere tra le proprie fila la Democrazia Cristiana guidata da Michele Tucci, che secondo gli stessi esponenti del centrosinistra sarebbe stato corresponsabile del dissesto durante l’amministrazione Di Bello. Un’alleanza di facciata, utile solo per cercare di vincere, non certo per governare.
Al contrario, Francesco Tacente è la vera novità. Un candidato serio, competente, che non ha mai ricoperto ruoli politici o amministrativi nel Comune di Taranto. Una figura nuova, in grado di rappresentare un’autentica alternativa per il futuro della città.
Il ballottaggio sarà l’ultima occasione per i tarantini di scegliere davvero il cambiamento. Taranto non può permettersi di tornare indietro. È il momento di guardare avanti.
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