“Siamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori di Sanitaservice Asl Taranto addetti al CUP (Centro Unico Prenotazioni), da mesi chiediamo che le nostre posizioni lavorative e le mansioni svolte, abbiano un riconoscimento adeguato e rispondente a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale della sanità privata.
Non si tratta di una semplice rivendicazione sindacale, ma di una battaglia per avere anche a Taranto pari diritti e pari dignità rispetto ai colleghi delle Sanitaservice di altre province della Puglia. Nelle sedi di Brindisi e Lecce, ad esempio, gli operatori del CUP che svolgono le nostre stesse attività, sono inquadrati nella categoria C. A Taranto, pur effettuando esattamente lo stesso lavoro, con le stesse responsabilità e competenze, è riconosciuta la categoria inferiore, la B.
Il nostro stupore e l’indignazione per questa situazione, non è puramente contrattuale. Pur non negando l’importanza di un miglioramento economico, la nostra battaglia fa leva soprattutto sul mancato riconoscimento della nostra professionalità che esercitiamo tutti i giorni, con grande senso di responsabilità.
Il nostro ruolo è di grande importanza. Siamo il call center, il front-office del Servizio sanitario pubblico, la voce che in prima battuta dialoga con il cittadino, lo ascolta e, non di rado, cerca di interpretarne esigenze e necessità. Per fare tutto ciò servono competenze, occorre un certo livello di autonomia e responsabilità.
Ebbene, Sanitaservice Asl Taranto, ogni giorno fa affidamento sulla nostra professionalità per lo svolgimento di un servizio di pubblica utilità, ma ci ignora quando chiediamo il rispetto dei nostri diritti, della nostra dignità di lavoratrici e lavoratori. La gestione del personale di Sanitaservice Taranto, più volte è stata oggetto di segnalazioni da parte delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ed è stata portata persino all’attenzione della Regione Puglia, ma finora nulla è cambiato. Ecco perché la nostra battaglia non è solo una rivendicazione sindacale, pur importante, ma una battaglia per il rispetto dei diritti dei lavoratori che svolgono un lavoro così importante per la società”.