“La retromarcia repentina sulla Facoltà di medicina a Taranto? Un fallimento annunciato”. La pensa così Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto e di Confagricoltura Puglia, che per impegno professionale conosce da vicino non solo la realtà produttiva tarantina, in particolare quella agricola e agroalimentare, ma anche le complesse vicende legate all’Università.
“Lo stop improvviso delle lezioni della nuova facoltà – commenta Lazzàro – più che un’occasione persa vorremmo diventasse un’opportunità per riflettere in modo più ampio e più profondo”. In particolare sul metodo, spiega ancora Lazzàro, perché “la nostra città continua a subire scelte fatte nelle segrete stanze, senza un confronto trasparente con la comunità e soprattutto con tutti i portatori d’interesse che legittimamente ne rappresentano le varie anime”.
Un confronto necessario e opportuno proprio nel momento in cui si sta discutendo del futuro della città: “L’offerta formativa e la pianificazione dell’offerta – dice il presidente di Confagricoltura – vanno discusse con l’economia del territorio. Non si può prescindere dalle imprese per costruire, attraverso la formazione dei futuri professionisti, la Taranto di domani. E’ un concetto che stenta a decollare, ma su cui noi vogliamo insistere”.
Perciò, per Confagricoltura, sarebbe utile sfruttare la “falsa partenza” di Medicina per imparare dagli errori commessi: “Come Confagricoltura – è l’idea di Lazzàro – propongo di fermare le bocce ed analizzare le esigenze reali e le prospettive possibili. Taranto, lo ricordo, è area di interesse nazionale. Per questo ha necessità di un’offerta formativa e di ricerca che faccia da acceleratore della ripresa, oltre che luogo privilegiato di costruzione di nuove professionalità e competenze”.
Prima, però, bisogna rimettere insieme i cocci guardando in faccia la realtà: “La carenza di programmazione – rimarca il presidente Lazzàro – unita ad una certa dose di improvvisazione, oggi ha comunque consentito all’Università di Bari di recuperare una sessantina di nuove matricole e, grazie a questo ampliamento, anche nuovi posti per i corsi di specializzazione. Taranto – e questo dovrebbe essere chiaro anche alla politica tarantina e a quella regionale – ha soltanto piantato l’effimera bandiera della Facoltà di Medicina. Uno scambio impari – conclude Lazzàro – da cui ora toccherà ripartire per rimettere in equilibrio le sorti di una città che, anche stavolta, resta drammaticamente in credito”.
Scopri di più da Tarantini Time Quotidiano
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.










