“Spenti i riflettori e le telecamere in piazza Lo Jucco – dichiara Francesco Rizzo, coordinatore provinciale del sindacato USB – dove è terminata la V° Edizione della Festa USB, possiamo ritenerci soddisfatti per aver centrato il nostro primario obiettivo: la coesione sociale che il sindacato USB si sta sforzando di attuare partendo dal dibattito e dal dialogo in pubblico senza scadere nel turpiloquio tra chi ha ha posizioni diverse. Questa è una festa che nasce nel 2013 a seguito del mio incontro con Amedeo Zaccaria, padre di Francesco. Da lì decidemmo di ricordare i nostri colleghi che hanno perso la vita sul posto di lavoro ma anche quella di aprire dibattiti e discussioni fatte tra la gente al fine di risolvere i problemi e riportare le persone, oramai lontane da anni da certi dibattiti, al confronto con le istituzioni, con la politica e con il sindacato. Ragionare ed invitare tutti ascoltando anche chi non la pensa come noi. Questo l’obiettivo centrato in tutte le edizioni della nostra festa – prosegue Rizzo – ed in particolare in quest’ultima con gli autorevoli interventi nei dibattiti. Oltre agli argomenti più impegnativi come quelli legati ai lavoratori in Amministrazione straordinaria, all’indotto e alla sicurezza urbana, abbiamo trovato anche il tempo di divertirci con spettacoli per i più piccoli, di danza e musicali. Insomma una festa, quella dell’USB, che abbraccia temi sociali, occupazionali e culturali e coinvolge tutte le età. Infine, proprio a margine del termine della nostra festa, l’annuncio dei gestori dello stabilimento ex Ilva di prorogare la cassa integrazione di 13 settimane per 1395 lavoratori: 1.011 operai, 106 intermedi e 278 impiegati e quadri”. Una cassa integrazione ordinaria (Cigo) gia’ avviata il 2 luglio 2019, in assenza di accordo sindacale, con scadenza iniziale fissata al 28 settembre 2019. Questa proroga decorrera’ dal 30 settembre prossimo. ArcelorMittal – conclude Rizzo – prosegue nell’attuare il suo progetto che noi abbiamo già denunciato in tutte le sedi. Tale condotta va contro gli accordi presi in sede ministeriale: azzeramento dell’indotto, lavoratori in cassa in tegrazione sia per quelli in Amministrazione straordinaria che per quelli inquandrati in ArcelorMittal. Nulla, in merito a quanto sottoscritto in sede ministeriale, è stato attuato da questo gestore che non ha più nessuna credibilità e che, a nostro parere, non ha più i requisiti per gestire questo stabilimento che a sua volta versa in condizioni tali da essere solamente chiuso”.