Negli ultimi anni è diventata sempre più evidente nella nostra società l’importanza di realizzare processi di vera inclusione dei ragazzi con disabilità su tutti i livelli e la città di Taranto, da questo punto di vista, è sempre stata molto attiva anche e soprattutto a livello scolastico. Anche quest’anno infatti non è stato da meno, come ha dimostrato tra le altre cose il ritorno, sempre con grande successo, del progetto “Ragazzi in Gamba”: un fil rouge in grado di unire scuola, famiglie, docenti e ragazzi tutti insieme sullo stesso palco.
Taranto: torna il progetto “Ragazzi in Gamba”
A Taranto è tornato “Ragazzi in Gamba”, una kermesse che porta ancora una volta in scena la forte volontà di inclusione della città attraverso una serie di esibizioni che hanno visto come protagonisti i ragazzi delle scuole, i docenti e gli stessi volontari. Si tratta di un classico che ogni anno dimostra tutto l’impegno degli enti coinvolti, del CSV Taranto e dell’Associazione Ragazzi in Gamba con Taranto e l’edizione di questo 2019, tenutasi dall’8 al 12 aprile, è stata aperta all’insegna delle novità: per la prima infatti si è inaugurata con un vero e proprio concerto inaugurale tenuto dagli studenti del liceo Archita. In seguito si sono tenute sul palco del Teatro Comunale di Carosino le tradizionali esibizioni degli alunni di venti istituti scolastici, insieme ai volontari e agli altri protagonisti già menzionati. Non è cambiato lo scopo di questo progetto, ovvero la volontà di adoperare l’arte e le esibizioni non con l’obiettivo di competere ma di partecipare tutti insieme, senza alcun tipo di barriera, il tutto all’insegna di una componente creativa che vuole far risaltare i valori positivi della vita in una forma di didattica innovativa ed inclusiva.
Inclusione a scuola: come realizzarla?
Includere ragazzi con disabilità di diverse tipologie e livelli è estremamente importante, sia per la crescita dei giovani disabili, sia per lo sviluppo della scuola stessa. Per realizzarla, si può lavorare su diversi fronti: questi possono andare da una donazione in beneficenza ad associazioni che si occupano del sostegno dei ragazzi disabili e delle loro famiglie in diversi ambiti, all’uso a scuola di determinati strumenti. Senza dimenticare, poi, il lavoro corale dei docenti, sempre grandi protagonisti dell’inserimento in società dei giovani disabili: non a caso, la partecipazione fra i professori è essenziale per creare una comunione di intenti, anche se alle volte questo purtroppo non accade. Naturalmente anche la tecnologia gioca un ruolo molto importante per l’inclusione a scuola, e di conseguenza andrebbe sfruttata di più e più spesso. Si parla ad esempio dei software didattici pensati per i ragazzi che soffrono di disabilità, oppure di strumenti come la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale): uno strumento che può risultare utile sia per gli insegnanti di materie umanistiche, sia per chi si occupa di materie scientifiche. Nella lista dei tool utili rientra poi in questo caso anche lo smartphone, uno strumento che può rivelarsi molto proficuo quando applicato alla didattica e ai ragazzi con disabilità di vario tipo.
Se quindi un lato l’Italia si dimostra già molto attenta al problema dell’inclusione, dall’altro serve sicuramente fare di più. D’altronde le risorse non mancano, così come non manca la volontà di partecipare ad una missione così importante.