Abbiamo letto questa mattina da un resoconto della giornalista Alessandra Cannetiello per Pugliapress, di una rivolta che c’è stata ieri presso l’hotspot di Taranto.
A quanto da lei riportato nel primo pomeriggio di ieri sarebbe scoppiata una protesta dei quaranta migranti ospiti da 3-4 giorni dell’hotspot. I migranti – molti di questi di nazionalità algerina – avrebbero dato in escandescenze perché rischiano di essere rimpatriati.
A seguito della visita ispettiva effettuata dall’Associazione Marco Pannella presso l’hotspot di Taranto insieme all’on. Ubaldo Pagano abbiamo chiesto ufficialmente anche attraverso una sua interrogazione parlamentare la chiusura di questo hotspot.
Come riportato dall’attenta giornalista l’Associazione Marco Pannella aveva da tempo denunciato : “Da oltre un anno la struttura di Taranto è completamente vuota, se non per quei venti ospiti un solo giorno la settimana che spesso vengono smaltiti e fatti uscire senza neppure passare una sola notte nell’hotspot. Finita l’emergenza sbarchi, ormai questa struttura è destinata solo all’identificazione, o meglio alla deportazione, dei profughi rastrellati a Ventimiglia e trasportati per tutta la penisola a Taranto per essere solo identificati e poi rilasciati nuovamente con lo scopo di “alleggerire” la pressione sui confini.”
La struttura infatti costruita nel 2016 con una capienza di 400 posti ha ospitato fino al 2017 25 mila migranti. Nei periodi di sovraffollamento si sono verificati diversi casi di violazione di diritti umani: per questo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha chiesto chiarimento all’Italia.
Da gennaio 2018 ad oggi gli ospiti sono stati 582. Questo a causa della riduzione degli sbarchi.
L’hotspot di Taranto è nato per affrontare l’emergenza sulle coste adriatiche, ma da quando gli sbarchi avvengono soprattutto in Sicilia, è utilizzato per ospitare esclusivamente i migranti raccattati a Ventimiglia. Da lì, respinti dai confini francesi, vengono raccolti e trasportati, senza alcun provvedimento di natura giudiziaria, e quasi sempre senza documenti, vestiario e in promiscuità sanitaria, (molti con malattie infettive) su autobus privati che li caricano su e giù per l’Italia fino a Taranto.
Il 99% arriva senza documenti per cui avviene una identificazione con foto e impronte digitali, e sulla base delle informazioni assunte dai mediatori culturali si ricostruisce l’identità del migrante.
A quel punto i migranti che risultano avere una pratica di richiesta di asilo vengono lasciati nuovamente liberi e riparte la giostra: di nuovo in cammino verso Ventimiglia per riprendere l’infinito gioco dell’oca Ventimiglia-Taranto, qualcuno ha fatto avanti e indietro per oltre tre volte; viceversa se, stremati dai vari tentativi andati a vuoto, decidono di desistere vengono collocati in un C.A.S. in Puglia.
Questo circolo vizioso dimostra che il sistema è sbagliato: si portano all’infinito migranti su e giù per l’Italia, con viaggi costosi e inutili, identificando più volte la stessa persona, quando sarebbe più utile ed economico farlo in prossimità del luogo di raccolta.
Questo al solo scopo di sfiancarli finchè non decidono di accettare accoglienza. Praticamente cio che il nuovo governo vuole togliere.
Ora chiedendo ai responsabili del centro (prefettura e comando Polizia Municipale Taranto) come mai i migranti di ieri sono stati trattenuti 4 giorni anziché subito identificati e rilasciati, ritorniamo a chiedere al Ministro dell’Interno e al Sindaco di Taranto che ha sospeso la procedura di gara per l’affidamento del servizio, di chiudere questa struttura inutile, degradante e irrispettosa per i diritti dei migranti e dei cittadini tutti.
Associazione Marco Pannella