In attesa delle motivazioni della Consulta sul Caso dell’iscrizione al partito democratico del magistrato in aspettativa Michele Emiliano, sin da ora l’associazione Marco Pannella evidenzia che il caso riguardante il governatore pugliese è certamente un caso giudiziario emblematico e che deve indurre ad una profonda riflessione circa il rapporto tra politica e magistratura.
Se è vero, infatti, che al magistrato si concede il diritto di fare politica, accettando che questo possa essere candidato per incarichi elettivi e possa essere nominato assessore, allora dovrebbe ammettersi che lo stesso magistrato, nello svolgimento del proprio impegno politico sia autorizzato, come qualunque altro soggetto politico, a partecipare attivamente ed in modo pieno alla vita politica e partitica.
Consentire invece al magistrato, come potrebbe sembrare da una rapida lettura del comunicato, di essere soggetto eleggibile a cariche elettive e nominabile quale assessore, ma non di iscriversi ad un partito politico, luogo ideale dove si estrinseca l’attività politica del soggetto eletto o nominato assessore, sembra obiettivamente un vulnus che andrebbe, forse gordianamente, risolto.
Per chi crede che l’attività politica debba svolgersi proprio tramite i partiti politici, come ricorda l’art. 48 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”), la soluzione cui si perviene dalla disamina della normativa attualmente applicabile porta ad una situazione francamente incomprensibile.
Come può il magistrato eletto a svolgere un mandato politico farlo senza aderire ad un partito politico?
Tanto varrebbe eliminare totalmente la possibilità per i magistrati di assumere incarichi elettivi o assessorili, così evitando l’ipocrita iscrizione al “gruppo misto” in parlamento, ovvero ad affermare il ruolo di “tecnico” quale assessore, queste sì scelte francamente inaccettabili per ogni sincero democratico.
Se si conviene, come vorrebbe la Costituzione italiana, che la politica si svolga attraverso i partiti politici, ebbene delle due l’una, o i magistrati sono come tutti gli altri cittadini e possono svolgere a pieno il proprio mandato elettivo ed assessorile aderendo ai partiti politici, oppure è meglio che ai magistrati non si consenta alcuna partecipazione alla vita politica che sia “dimezzata” e sostanzialmente ipocrita, perché non può esistere un ruolo tecnico per chi fa politica.
A questo punto invitiamo ufficialmente il magistrato politico e governatore Michele Emilianoo a iscriversi all”associazione Marco Pannella e ad affrontare insieme Questa battaglia politica per lo stato di diritto.
Per lui e per la libertà di tutti i cittadini.
Associazione Marco Pannella