Dopo la chiusura degli ospedali di San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano, gravissimi sono i disagi all’utenza costretta a recarsi in altri centri della provincia e magari anche a rinunciare al ricovero, dopo lunghissime ore di attesa, nei Pronto Soccorso del territorio brindisino, i pochissimi attivi.
Numerosi disagi si verificano soprattutto al “Perrino” , dove i pazienti vengono ricoverati in altri reparti per carenza di posti letto. Si avvertono i vuoti lasciati dalle mancate attivazioni dei posti letto nei PTA, con le scellerate scelte aziendali che hanno determinato dismissioni di reparti di eccellenza che potevano contare su numerosi posti letto, come il reparto di Pneumologia, che aveva 24 posti di degenza a Fasano, è stato spostato ad Ostuni, con la sola attivazione di appena 10 posti letto.
I PTA di Mesagne e Fasano, inaugurati con proclami e passerelle nel mese di novembre non vedono ancora l’apertura per mancanza di accreditamento.
Siamo costretti ad assistere all’assunzione dal 1° gennaio del 2018 di sei unità infermieristiche, più lo spostamento di altre sette unità per il PTA di Fasano, che però non vengono ancora utilizzate per mancanza di attività in loco, mentre su tutto il territorio aziendale della ASL, servizi ed unità operative stentano a fornire prestazioni adeguate per carenza di personale.
Il Pronto Soccorso di Ostuni, allocato ancora in una zona poco edificante e fatiscente per l’utenza, nonostante siano state spese ingenti somme di denaro pubblico per una migliore allocazione, risulta ancora non attivato, in attesa del completamento della nuova piastra.
Il Punto Prelievi di Ostuni è stato allocato, da circa un anno,ad un secondo piano, con diverse barriere architettoniche, quindi difficile da raggiungere per i pazienti cardiopatici, per le donne in gravidanza, per i malati oncologici. Sempre ad Ostuni, i lavori per il completamento della nuova piastra procedono molto a rilento, senza rispettare alcun crono programma. L’ultimazione della nuova ala è ormai attesa da tantissimi anni, la cantierizzazione avvenne nel 2007, e all’interno sarebbe stato allocato il presidio del 118, la radiologia e i laboratori. La riorganizzazione dei Laboratori di Analisi è stata prevista senza aver prima messo in atto un servizio informatico adeguato alle reali esigenze di tutti i Servizi e delle Unità Operative dell’intera Asl, oltre che aver predisposto un piano trasporto campioni necessario a garantire tempi e qualità dei test cronolabili e termolabili.
Verrebbe da chiedersi se Emiliano conosce queste notizie o se fa finta che tutto va bene.
Una sanità pubblica allo sbando anche a Brindisi, come a Taranto e in tutta la Puglia.
Mino Borraccino