Riecheggiano ancora le parole rassicuranti dell’ex premier Renzi e del vice ministro Bellanova: “nessun lavoratore Ilva sarà toccato”!
Adesso arriva l’amara verità.
-3.311 operI in esubero a Taranto, con la promessa di una futura assunzione in una società esterna, legata al gruppo, che dovrebbe occuparsi di opere di ambientalizzazione;
-per chi non sarà dichiarato in esubero invece: licenziamenti e assunzioni col Job’s act, costringendo i lavoratori a perdere anzianità, scatti stipendiali e diritti acquisiti;
-del piano di ambientalizzazione non si sa nulla, se non che i nuovi acquirenti hanno espressamente chiesto allo Stato proroghe e ulteriore tempo per rispondere alle necessità ambientali della città di Taranto.
Sinistra Italiana, da anni chiede la statalizzazione dell’acciaieria, poiché se l’Ilva, così come affermato dagli ultimi 4 Governi (Monti, Letta, Renzi e Gentiloni) è strategica per il sistema manifatturiero italiano, ciò vuol dire che lo Stato deve farsi carico delle necessarie opere di bonifica degli impianti e della tutela dei livelli occupazionali, attraverso il controllo diretto della fabbrica.
L’aspetto invece più sconvolgente è che questo piano “lacrime e sangue” avvenga sotto gli occhi del Governo che non ha speso una parola e continua a non dire nulla, né sul destino dei lavoratori, né sulle condizioni della fabbrica, né sulla compatibilità fra fabbrica e città.
Un disastro cui bisogna rispondere in maniera dura e netta.
Ora il Governo blocchi l’accordo con Mittal e lasci l’azienda e i lavoratori sotto l’amministrazione controllata.
Mino Borraccino