Gli arresti e i sequestri a seguito delle indagini condotte dai Carabinieri sui casi di sfruttamento di braccianti romeni nelle campagne di Ginosa, sono il primo segnale concreto di una Legge, quella contro il caporalato, che può e deve essere strumento di garanzia non solo per chi subisce il sopruso, ma anche per chi ne è vittima indirettamente. Mi riferisco ad un mercato del lavoro drogato da prezzi da fame e condizioni di vita inumane.
Così la segretaria della FLAI CGIL di Taranto, Lucia La Penna, che torna sul tema dell’operazione che alcuni giorni fa ha condotto all’arresto di due uomini ma anche allo svelamento di omertà attorno a una vicenda che molti conoscevano.
C’è bisogno di sollevare ancora di più l’attenzione su questi fenomeni – sottolinea – e per questo abbiamo accolto con piacere l’invito rivoltoci dall’on. Ludovico Vico, parlamentare tarantino e tra i promotori della Legge che circa un anno fa dettava le regole in materia di contrasto ai fenomeni di lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo.
La delegazione della FLAI CGIL di Taranto lunedì mattina (9 ottobre) alle 12.00 accompagnerà l’on. Vico nel casolare di Ginosa dove erano ospitati in condizioni di semi-schiavitù i 35 romeni proprio per continuare a tenere viva l’attenzione su un fenomeno che secondo il sindacato del lavoratori agricoli della CGIL è più diffuso di quanto si possa immaginare.
Il caporalato, oggi, nel nostro Paese, è l’ultimo anello della catena della più spregiudicata forma di lavoro nero irregolare, finanche, in taluni casi, della tratta delle persone – afferma l’on. Vico – La legge 199 del 2016, con le sue disposizioni, sta dimostrando la sua efficacia per il contrasto al caporalato. È un risultato importantissimo del Governo, dei Ministri Orlando e Martina, del Parlamento italiano, delle due Camere, delle Commissioni giustizia e lavoro, dei sindacati dei lavoratori agricoli, delle loro battaglie e di quelle delle associazioni agricole, che rimangono un contributo decisivo e fondamentale. Questo provvedimento, per incidere in profondità, ha ora bisogno di una nuova stagione civile e culturale della lotta al fenomeno del caporalato, che muova dalle istituzioni territoriali.