Ora basta con le chiacchiere. La UIL FPL non è più disposta a rapporti farsa e, ancor meno, a vedersi consegnare documenti in cui emerge, con tutta chiarezza, la grossolana improvvisazione, da parte della Direzione Generale dell’ASL di Taranto, su temi, di particolare delicatezza e a forte impatto sociale, come la stabilizzazione dei precari in sanità. Stiamo parlando di persone, che hanno un nome, una famiglia, dei progetti. Parliamo di persone a cui preferiamo dare un dato percentuale e non un nome per mettere a tacere la coscienza. Quello che la UIL FPL si chiede è cosa renda così difficile, per il Direttore Generale dell’ASL di Taranto, avv. Stefano Rossi, attivare le procedure di stabilizzazione del personale, nonostante il via libera della Regione, nonostante la legge “Madia” e nonostante in altre realtà sanitarie locali della Regione Puglia tali procedure siano già una evidenza Deliberata.
I lavoratori precari da anni prestano la loro professionalità all’interno dell’Azienda Sanitaria Locale e lo stanno facendo anche oggi, nonostante la non curanza e l’insofferenza espressa da parte del management verso le loro sacrosante richieste. Per la UIL FPL non vi è mai stata tanta distanza tra il territorio e la Direzione Generale dell’ASL di Taranto. A due anni e mezzo dal suo insediamento e a pochi mesi dalla scadenza del suo incarico il Direttore Generale, avv. Stefano Rossi, mostra ancora una spiccata “assenza di appartenenza” alla sanità jonica e ai lavoratori che vi operano.
Per la UIL FPL non vi è alcuna visione di sanità pubblica a servizio dell’utenza degna di questo nome. Un esempio su tutti è rappresentato dall’ipotesi di attivazione di posti letto di Oncoematologia Pediatrica, che potrebbe concretizzarsi solo grazie alla lodevole iniziativa dei cittadini che si sono autotassati. Una iniziativa che se da un lato racconta l’elevato livello di sensibilità dei cittadini di Taranto dall’altro pone in evidenza il fallimento del Direttore Generale dell’ASL di Taranto, avv. Stefano Rossi, che per il suo ruolo avrebbe dovuto garantire il servizio ai cittadini.
Nel corso dei diversi incontri tra le OO SS e la Direzione ASL abbiamo assistito ad un “balletto delle responsabilità”. Alle domande poste dalle Organizzazioni sindacali il cliscé è sempre stato più o meno lo stesso. Il Direttore Generale delega al Direttore Amministrativo che a sua volta delega al dirigente di turno che a sua volta attiverà le azioni di ricognizione, per comprendere le azioni da porre in essere. Un iter che avrebbe potuto essere considerato corretto in prima battuta e non dopo incontri, riunioni, confronti in cui gli argomenti sono stati sviscerati in ogni forma possibile. A tutto ciò, si aggiunge un crescente nervosismo, che rasenta l’intolleranza verso le rappresentanze sindacali e chi queste rappresentano.
Ora se tutti questi aspetti non sono per il Direttore Generale, un motivo sufficiente per mettere in discussione le relazioni sindacali o peggio bollarne l’ipotesi come “pretestuose” sui quotidiani e “insussistenti” in una nota recapitata alle OOSS c’è da restarne basiti. Le operazioni di ricognizione si sarebbero dovute fare due anni e mezzo fa, perché oggi è troppo tardi. A fine mandato conclude la UIL FPL non avere contezza della macchina che si sarebbe dovuta governare è lo specchio inesorabile, soprattutto purtroppo per la popolazione, della fallimentare gestione della sanità pubblica in riva allo ionio.
La Segreteria Territoriale UIL FPL