Alle prime ore del mattino di ieri, 8 agosto 2016, i carabinieri della Stazione di Marina di Ginosa hanno arrestato Giovanni Basta, 26enne pluripregiudicato di Laterza, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere, su richiesta di Rosalba Lopalco, Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, ritenuto responsabile, in concorso con altri soggetti coinvolti a vario titolo, di “concorso continuato in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti” nell’ambito dell’operazione “Fiumicello” condotta il 1° agosto scorso.
L’indagine, avviata nel primo trimestre 2014 dai carabinieri di Marina di Ginosa, si era conclusa con l’arresto di 16 persone operanti in tre distinti settori come “gruppi” con centri operativi rispettivamente a Laterza e Ginosa ed a Ginosa Marina, frazione balneare di Ginosa, nonché a Castellaneta. Mancava all’appello solo il 26enne Basta, individuato e catturato dai militari presso l’Aeroporto civile di Bari, appena atterrato con il volo proveniente dalla località spagnola di Palma di Maiorca, dove stava trascorrendo le vacanze già il giorno delle catture.
L’attività investigativa condotta dai militari della Stazione di Ginosa Marina ha permesso di attestare il ruolo di prim’ ordine rivestito da Giovanni Basta che, in concorso con altri pregiudicati, già attinti da medesima ordinanza di custodia cautelare, forniva lo stupefacente ai pusher operanti nel comune di Laterza non mancando di procurarlo anche quelli che esercitavano nella vicina Ginosa.
Il predetto aveva assunto, tra gli spacciatori che componevano il gruppo dei c.d. “laertini” un ruolo di vertice e come osservato dal gip nel suo provvedimento non si faceva problemi nel convocare con urgenza i suoi collaboratori per dare loro ordini e disposizioni. In virtù della sua supremazia, Basta era arrivato, in una circostanza, a rimproverare alcuni suoi diretti collaboratori che avevano fatto un uso improprio, e danneggiato, un motociclo che aveva messo a loro disposizione per consentire di svolgere l’attività di spaccio con più facilità di movimento. Ed ancora in altre conversazioni, puntualmente intercettate dai carabinieri, ordinava ai suoi accoliti di fornirgli autovetture di un certo tipo per sue necessità personali. La caratura della sua figura la si desumeva anche dal fatto che venisse informato di tutto ciò che accadeva nella zona.
I carabinieri sono riusciti a risalire, oltre che agli stretti collaboratori tra i quali Nicola Carenza e Giuseppe Cirielli, anche alla fitta rete di collaboratori laertini. Inoltre, accadeva spesso che Basta si avvalesse dell’appoggio e dell’aiuto di amici e parenti che, benché estranei all’attività di spaccio, lo avvisavano della presenza delle forze dell’ordine nei luoghi di ritrovo e di vendita dello stupefacente (Bar e Circoli ricreativi), spesso utilizzando un linguaggio convenzionale.
Il suo pieno coinvolgimento nell’attività illecita è stato comprovato dalle risultanze emerse nel corso delle indagini che non si sono limitate all’ascolto dei telefoni intercettati ed hanno permesso di ricostruire i movimenti dell’indagato e le sue frequentazioni con altri soggetti, destinatari della medesima ordinanza di custodia cautelare e già tratti in arresto, a carico dei quali è stata accertata un’attività di spaccio.