“Io ho un sogno” così ha esordito Donato Alba, candidato sindaco alle amministrative 2015 a capo della lista “Per una nuova Alba”, dopo l’ampia premessa relativa al significato del 25 aprile: “Voglio ricostruire quella porta che non c’è più”. E si riferisce alla “Purtcedd” (la porticella), una delle porte presenti in paese e crollata (forse) molti anni fa. Alba parla di un sito, un portale web, gestito dalla consulta giovani che vuole ricostituire. Un portale che raccolga memorie, una sorta di archivio del patrimonio storico culturale del paese. Il sogno più grande, è difendere un paese che oramai è fuori contesto. “Voglio ricostruire la porta che non c’è più”. E’ su questa affermazione che è doveroso soffermarsi e soprattutto, su quello che suscita. Ricostruire una porta, significa segnare la presenza di un’apertura, metaforicamente, se volessimo leggerla con la retorica che merita, può voler significare riaprire una bocca che per troppo tempo è stata chiusa. Donato Alba forse vuole ricostruire la storia ma soprattutto la dignità di un paese, che interessi più alti e molto lontani dall’accezione di comunità, hanno distrutto, abbandonato, sgretolato. Perché sentirsi parte di una comunità spesso diventa riduttivo, o semplicemente un concetto racchiuso in un simbolo che promette unità, e poi dopo la vittoria ottenuta, si dissolve… molto spesso nel nulla.
Allora viene spontaneo chiedersi, cosa significa amare il proprio paese? Dalle parole di Alba, la cui candidatura è stata ufficializzata qualche settimana fa, traspare che amare il proprio paese non vuol dire ricordare puntualmente, in ogni occasione, che il comune è indebitato. E allo stesso modo, amare il proprio paese non vuol dire sminuire l’avversario politico con critiche sul personale. “Basta critiche” ha urlato Donato Alba sul palco “Basta debiti. Ci avete stancato, avete scocciato”. Effettivamente, sembra che il criterio secondo il quale un candidato sindaco sia all’altezza del ruolo, sia quello di riconoscere l’esistenza di debiti. Chi non lo fa, forse non è all’altezza?
Donato Alba da quel palco, ha voluto rimarcare che il paese ha bisogno di speranza. I debiti si sa, ci sono, e rivolgendosi al sindaco uscente (ha voluto proprio sottolineare l’attributo “uscente”), ha detto che lui vuole servire il paese, vuole cercare di risolvere i problemi, ed è inutile piangersi addosso “Se in quattro anni non siete riusciti a risolvere il problema, e continuate a parlarne, vuol dire che il problema siete voi, e allora dovete accomodarvi”. Poi ancora, fa un’importante osservazione, ovvero quella che la politica seria non promette, ma fa bene e del bene per tutti, non solo per pochi: “Non fatevi offendere nell’intelligenza”. Effettivamente, in un comune come quello di Montemesola, cosa si può promettere? Se non solo impegno per migliorarlo, ognuno con le proprie idee, ognuno con il proprio programma, ognuno con la propria squadra. Farsi votare per ciò che si può fare e non per ciò che si può dare. Forse è questo il senso di non farsi offendere nell’intelligenza, che Donato Alba ha urlato a gran voce. E poi chi lo ha detto che per fare il sindaco bisogna essere politico di “professione”? Come se la politica fosse un mestiere. Dalla politica non si vive, si dovrebbe cercare dalla stessa di creare le condizioni per poter vivere tutti, e meglio, e non in termini economici, ma in termini di vivibilità, di prospettive, di opportunità. Donato Alba non è un politico per “professione”. E’ un libero professionista, gestisce un salone per parrucchieri ed è un attore teatrale. E proprio da questa sua passione, sgominando lo stupore di molti che se lo aspettavano (e che magari vi hanno anche ironizzato), ha detto che ha intenzione di portare anche il teatro a Montemesola, perché anche attraverso il teatro si è fatta la politica. Non vuole promettere nulla Alba, ma con la sua squadra, cercherà di fare ciò che sarà possibile fare. Una soddisfazione dunque, per il PdCI di Montemesola, aver candidato Alba come sindaco. E non è la sola novità. Il partito è riuscito a presentare una lista per le elezioni regionali, che vedrà come candidato consigliere Maurizio Romanazzo. Presto, come lo stesso ha annunciato dal palco, sarà presentata la lista che sta lavorando al progetto “Per una nuova Alba”. La parola “nuova” nel nome, lascia ben presagire, fa pensare a qualcosa di nuovo, a qualcosa di giovane. Il concetto che abbiamo più volte espresso, parlando della politica montemesolina, vale anche in questo caso: bisogna tagliare i rami secchi. Al di là del fatto che essi siano o meno utili. Sono secchi, e in quanto tali vanno tagliati via, va lasciato spazio al verde, alle nuove foglie, a nuovi fiori, e perché no, a nuovi frutti.