Dicevano i cari e sapienti latini: “dividi et impera”. Ed io aggiungo: “Non avevano torto”. Non c’è modo migliore di governare, se non quello di creare discordia tra le parti e godere da “terzo”. Il problema è che in questi casi a godere non è il terzo, bensì il primo grazie al terzo.
Detto così è un po’ contorto, partiamo bene dal principio. Come sappiamo a Montemesola siamo in campagna elettorale, anche se a giudicare dall’aria che tira, non si direbbe. Sembra un po’ la Montemesola di tanti anni fa, dove a dicembre non era Natale, dove in tutta Italia c’erano le luminarie e gli alberi addobbati, mentre qui si risparmiava (siamo buoni, quindi vogliamo pensare che si volesse risparmiare). Le elezioni, previste per il 17 maggio, sono state posticipate al 31 maggio, ma qui ancora nulla. Nessuno si è fatto avanti (a parte l’attuale sindaco), nessuno ha presentato liste o programmi. Solo un gran vociferare, ma a noi quello non interessa, o forse interessa in parte.
Ci piace pensare (o immaginare) che Montemesola negli ultimi anni stia provando ad emanciparsi anche dal punto di vista elettorale, quindi l’argomento che vogliamo proporre in questo articolo, è quello delle tanto famigerate liste civetta. Cosa sono le liste civetta? Le liste civetta, erano contemplate tra i grandi partiti, per cercare di aggirare, o meglio scorporare voti da una determinata coalizione, per favorirne un’altra. Per farla breve e semplice, una lista civetta, serve in caso di indecisione dell’elettorato, a sottrarre voti a quella lista che potenzialmente potrebbe superare in termini di voti, quella prossima al podio. Una sorta di scudo insomma, per chi pensa di avere la vittoria tra le mani, ma infondo infondo, dentro di sé, non ne è poi così sicuro. Questo mio ovviamente, è un discorso in generale, semplicemente per spiegare le finalità di una lista civetta. Non alludiamo a nulla, anche perché non conosciamo quali e quante saranno le liste. Ma tornando al discorso dell’emancipazione elettorale, ci chiediamo, se a Montemesola, si è mai pensato negli anni a qualcosa del genere.
La storia politica insegna, che nel 2001, alla Camera, le liste civetta furono impiegate dall’Ulivo e dalla Casa delle Libertà, e ad avere la peggio furono quei poveretti di Rifondazione Comunista, l’unico partito all’epoca non coalizzato. Che combinazione!
Tornando sempre a Montemesola, se pensiamo alle forze politiche presenti sul territorio, le liste politiche dovrebbero essere massimo quattro (Udc, Pdl, Pd, PdCI), non tenendo conto delle possibili alleanze, o liste civiche non collegate a nessun partito. A questo punto una domanda sorge spontanea: a Montemesola, comune di 4000 anime, la maggior parte quasi tutte imparentate in un modo o nell’altro, conviene presentare più di quattro liste, magari dividendo i parenti tra una lista e l’altra?
Le domande in realtà sarebbero tantissime, vogliamo un po’ smuovere questo clima calmo e silenzioso che non riusciamo a spiegarci a meno di due mesi dalle elezioni… Cosa bolle in pentola? Perché tutto questo silenzio? Come mai nessuno ancora si fa avanti? Chi sta aspettando cosa, ma soprattutto chi? Staranno mica a contar le stelle? O qualcuno ha qualche grillo per la testa?
Staremo a vedere, intanto l’invito per tutti è quello di diffidare sempre dalle imitazioni.