Dai primi di febbraio il poeta, attore e formatore Luigi Pignatelli, presidente dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus – Arcigay Taranto, sarà impegnato nella Capitale, sul set della nuova produzione cinematografica Tra le nuvole con Woody Allen, film scritto e diretto della talentuosa Martina Manca – responsabile, assieme a Federico Paolini e Giacomo Volpe, della sezione romana dell’Hermes Academy Onlus – che vede protagonisti l’attore e doppiatore Luca Ward e l’attrice e scrittrice Giorgia Wurth. Pignatelli è l’actor coach della produzione ed interpreterà assieme alla regista anche un cammeo.
«Riabbraccerò Martina Tra le nuvole con Woody Allen, con quella sua grazia, che si tinge di autoironia e diviene amaca su cui lasciarsi cullare da un passato che ritorna, con la nenia di un padre/eroe che il cinema ha reso immortale, cinema sacro, cinema da rispettare, cinema da celebrare e custodire, perché il cristallo della gioia, svelato ai profani, smarrisce la sua luce. Sono debitore a tutti i compagni e agli amici vecchi e nuovi, perché, sull’altalena di carne e sangue, pregevolmente riportata sulla tela realizzata da Tommi Resta Il Monello che mi ritrae e scalda l’accademia, il tempo e lo spazio si distendono. Magia del teatro, del cinema. Magia del metateatro, del metacinema. “Allora è vero che attraverso il cinema si possono realizzare i sogni!”: Martina docet.» Luigi Pignatelli
Martina Manca ha scritto e prodotto il cortometraggio “1055 – Una magia senza fine”, girato a Cinecittà nel 2013 con la collaborazione di due artisti tarantini: Luigi Pignatelli, anche lì in veste di actor coach, e dell’allora vicepresidente dell’Hermes Academy Onlus Giuliano Doro, in veste di fotografo di scena. L’opera cinematografica, più volte presentata con successo di pubblico e critica a Roma, a Taranto e provincia, denuncia le condizioni in cui vertono gli studi di Cinecittà e si ispira alla vita del padre dell’autrice, il compianto Antonio Manca, eletto presidente di Cinecittà nel 1983 e poi divenuto direttore generale dell’Istituto Luce dal 1989 al ‘95.
“1055 – Una magia senza fine è una dedica al mondo del cinema, in particolar modo agli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, un luogo a cui guardare con rispetto, un luogo in cui i grandi registi del cinema, attraverso le proprie pellicole, hanno dato vita a miti, eroi e regine. Spero di riuscire a farvi emozionare attraverso questo viaggio onirico, indietro nel tempo, in cui i maestri del passato tornano a farci sognare e ci aiutano a fare diventare i nostri sogni realtà.” Martina Manca – regista
“La vicenda autobiografica si arricchisce di echi e omaggi, in questo viaggio alla scoperta dell’universo di carne e celluloide, in cui il tempo si espande, nel ventre elastico della Musa. Immagini ritornano, come granelli di una clessidra rovesciata, nel segmento sensoriale di un circo senza fine. 1055, il civico dei sogni. 1055, la formula dell’immortalità. 1055, la scuola dei grandi. Mi era già capitato di lavorare come actor coach, sia per teatri della capitale che per il grande schermo, ma questa volta è stato diverso. Girare in mezzo alle stesse scenografie in cui i più grandi mostri sacri della decima Musa hanno partorito i propri capolavori è stato un immenso onore e ringrazio infinitamente la regista per averci scelto. Io e Giuliano abbiamo imparato tantissimo dagli attori e da tutti i professionisti coinvolti in questo progetto. Eravamo un corpo unico, che si lasciava incantare ed ispirare da ogni singolo elemento racchiuso nel microcosmo di Cinecittà. La prima volta che ho messo piede lì dentro, guardando il poster che ritrae Sofia Loren eAlberto Sordi sul set di “Due notti con Cleopatra”, mi è tornata alla mente una battuta che Totò pronuncia in “Che cosa sono le nuvole”, diretto da Pier Paolo Pasolini: “Noi siamo in un sogno dentro a un sogno”. E nel nostro sogno, sulla rotta di Federico Fellini, al quale il corto è un tributo, abbiamo incontrato il maestro Ettore Scola, con il quale, il primo giorno di riprese, il 20 maggio, abbiamo condiviso il set dell’antica Roma: “Che strano chiamarsi Federico!”, bellissima poesia di Federico Garçia Lorca, dà il titolo al documentario/film/oggetto misterioso che il regista Ettore Scola dedica all’amico e“faro” Federico Fellini, per ricordare il ventennale della sua scomparsa. Il maestro, con il suo inseparabile bastone, ci osservava attraverso lenti scure ed emanava professionalità e “magia senza fine” da ogni gesto ed espressione del volto.” Luigi Pignatelli – actor coach