Quella fermata, a quella dannatissima fermata non ci stavamo baciando, ci stavamo salvando. Sai, quando qualcuno nei film sta per precipitare da un palazzo, e un altro arriva e gli tende la mano, e la persona che sta per cadere si aggrappa a lei graffiandola, stringendola, per potersi salvare? Era esattamente così. Le mani erano ovunque. Prima tra i capelli, poi dietro la schiena, sulle spalle. Eravamo disperati, non sapevamo piú in che modo tenerci. Le ossa stavano per rompersi. Non potevamo stare lontani, non volevamo stare lontani.
Erika Galenadro