Signor Presidente,
Onorevoli colleghi,
la grave situazione sanitaria ed ambientale che da decenni l’intero territorio di Taranto e la sua popolazione stanno affrontando richiede quanto prima l’adozione di formidabili misure di contrasto e prevenzione. L’ennesimo allarme è stato lanciato appena la scorsa settimana, in distinte circostanze, dall’associazione ambientalista “Peacelink” e dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri che ha riproposto il tema della decarbonizzazione dell’ILVA. Sia l’una sia l’altra hanno puntato l’indice contro il siderurgico e gli effetti della sua produzione industriale. Sia l’una sia l’altra hanno invitato le istituzioni e la classe politica a far presto perché a Taranto l’inquinamento sta continuando a produrre disastri dalle conseguenze durature e di cui ignoriamo la portata.
Particolarmente inquietanti sono i dati diffusi in relazione all’inquinamento del terreno e della falda del quartiere cittadino “Tamburi” (per intenderci, quello a ridosso dello stabilimento). Secondo quanto riscontrato dall’ARPA Puglia al termine di uno studio concluso alcuni anni fa, i superamenti delle cosiddette “Concentrazioni Soglie Contaminazione” sono risultati numerosissimi ed hanno riguardato (fra gli altri) mercurio, cadmio, nichel, cromo totale, benzo(a)pirene, benzene, cromo esavalente, cobalto, arsenico, piombo, cloruro di vinile, manganese… Potrei continuare e specificare quali di queste sostanze venefiche sono state rilevate nelle acque sotterranee della falda superficiale o della falda profonda, ma penso che sia superfluo aggiungere altro. Tranne un ultimo particolare. E cioè che sempre l’indagine in questione ha consentito di scoprire come buona parte di quegli stessi veleni anni fa siano stati ritrovati anche nel suolo e nelle acque di falda del parco minerali dell’ILVA, area attualmente interessata da un’opera mastodontica che porterà alla sua copertura con l’obiettivo di evitare la dispersione nella atmosfera di polveri tanto sottili quanto letali.
I soliti inguaribili ottimisti potranno obiettare che i dati riferiti sono relativi agli anni passati e che adesso il livello di inquinamento è meno allarmante, ma allo stato non c’è nulla che mi induce a valutare positivamente questo… orientamento. A livello ambientale e sanitario, a Taranto la situazione è e resta drammatica. Gli appelli rivolti alle Istituzioni per risolvere questa emergenza sono incessanti. Coloro che credono nella politica sono ancora numerosi. Non deludiamoli.