Crollo acquedotto del Triglio di Taranto, interviene Irene Lamanna presidente Associazione Taranto Turismo. “Ho letto gli innumerevoli articoli che si sono succeduti in merito al disastro dell’acquedotto romano crollato il 5 novembre scorso. Una vera e propria sciagura. La storia, la migliore che il mondo possa raccontare che cade a pezzi a causa dell’incuria del mondo moderno. La nostra è una città che a piccoli passi sta facendo sforzi immensi grazie solo alla volontà degli imprenditori privati del territorio. Dovrebbe avere un’attenzione e una Direzione lavori e marketing, dedicate alla cura e al mantenimento di ciò che potrebbe essere parte fondamentale di un progetto di turismo culturale. Non sto qui a criticare un’amministrazione piuttosto che un’altra, perché i risultati parlano da soli e sarebbero parole al vento. Ma ciò che più mi dispiacerebbe sapere è che, probabilmente, queste macerie potrebbero essere buttate nei rifiuti pericolosi, visto che ora giacciono sotto un cellophan. Mi auguro che, al contrario, si provveda ad un restauro. Mi rendo conto che però si tratta di una cosa abbastanza complicata per quest’amministrazione e per la Sovrintendenza. E allora da cittadina faccio una proposta a tutti: personalmente sono disposta a partecipare economicamente con una quota importante per realizzare una sorta di bacheca di vetro dove poter raccogliere le macerie della nostra storia, che venga mantenuta proprio lì dove c’è l’acquedotto o nel museo Martà. Saranno benvenuti tutti gli imprenditori e i cittadini che vorranno collaborare per l’interesse della città e la creazione di nuovi posti di lavoro a tutela del nostro territorio, partecipando fattivamente al restauro della città con una donazione che contribuisca alla creazione della teca. Attendo a questo punto notizie dalla nostra amministrazione comunali per sapere come agire per il contributo da me promesso. Credo che sia necessario cogliere questa sciagura per creare un punto storico da promuovere e rimbalzare a livello mediatico”.