L’arroganza di portare la civiltà dove la nobiltà già c’era.
La presunzione di educare un popolo allo sviluppo e al progresso la dove già umiltà, rispetto, volontà e sacrificio già c’erano.
Da sempre si è considerato il Mezzogiorno d’Italia il lato oscuro della Nazione dove vige, furberia, malaffare, imbroglio e il sotterfugio.
Sono scesi dal nord per fare i padroni al sud, hanno sconvolto, distratto e illuso un popolo offrendo loro speranze menzognere.
Una cosa sola invece è stata inculcata nella mente del popolo del sud, reo solo d’ingenuità, cioè l’idea di non essere autosufficiente e di non essere in grado di sviluppare le proprie potenzialità, quali? Diremmo tante, questa nostra terra ricca da sempre di agricoltura, di pesca, di artigianato e di cultura, ricca cioè di ciò che sarebbe dovuto essere il suo sviluppo se non fosse giunto qualcuno a inizio secolo scorso qui al sud, a dirci che eravamo mare, eravamo vento, eravamo sole e quindi eravamo niente.
Chi! Perché! Questa presunzione che ci ha costretti a diventare servi dell’industrializzazione, furono sradicati centinaia di alberi di ulivo allora come ora.
Tutto ciò è solo sfruttamento di terra e di uomini, quegli stessi uomini di 100 anni fa che continuano a credere che il benessere e lo sviluppo arrivi dall’alto.
Questo popolo si svegli e abbia coscienza delle proprie potenzialità dando fiducia e credito a chi gli è accanto, non cercando lontano ma nell’essere coesi in una nuova forza di sviluppo. Al diavolo l’ILVA!
Il Segretario
Francesca Urselli