“La questione TAP continua ad essere terreno per esercizi di irrazionalità. Non si capisce – nonostante le roboanti e irrealistiche promesse preelettorali ed elettorali del M5S che per anni ha proposto il blocco totale di quell’intervento ritenendolo inutile e pericoloso – perché l’attuale Governo non intenda valutare e sviluppare l’unica proposta, a mio parere, sensata, concreta e positiva emersa negli ultimi anni. Quella avanzata a più riprese dalla Regione Puglia e dal Presidente Michele Emiliano di individuare un approdo leggermente più a nord, a ridosso del polo industriale brindisino. Un approdo molto più vicino (una ventina di chilometri) alla rete nazionale (da Mesagne parte la dorsale della Snam) rispetto al progettato approdo di San Foca a Melendugno che dista invece circa 70 chilometri.
Con l’approdo più a nord di San Foca, il gasdotto non toccherebbe una bella spiaggia pugliese e, soprattutto, si eviterebbero 55 chilometri di gasdotto onshore.
Ancora una volta, si ci è sottratti all’esercizio duro e necessario della responsabilità e del governo della realtà.
Non si tratta di “fermare un’opera” (come dicevano prima ministri in carica) o di ‘avere le mani legate’ (come invece vanno ripetendo ora), affermazioni che contraddicono la funzione stessa della politica, ma di guidarne la realizzazione con buonsenso e cura degli interessi collettivi, andando a selezionare, sul terreno del possibile, la migliore e più avanzata (in termini ambientali ed economici) soluzione”.