Conclusa positivamente la vertenza occupazionale su ilva, dopo la messa in scena con cui Dimaio ha convocato al mise le 60 associazioni ed enti locali lo scorso luglio per presentare il piano ambientale, da allora non se ne è più sentito parlare.
È così abbiamo scoperto che il nuovo addendum ambientale, sostanzialmente identico al precedente, non firmato e non discusso da nessuno, esiste ma nessuno l’ha visto.
Tant’è che sul sito del mise L’unico pubblicato è proprio quello del 30 luglio, del quale lo stesso di maio disse “per noi é insufficiente” rimandandolo indietro a mittal.
Mentre il nuovo, appunto, ancora nascosto, è stato solo allegato al contratto firmato dai sindacati e non presentato ne discusso con nessuno.
Apprezziamo la riuscita dell’accordo occupazionale da parte del nuovo governo, ma non si può nonostante la fretta mettere ora da parte il cuore ambientale della vicenda.
Per questo chiediamo che concluso positivamente il tavolo sindacale si apra ora quello con gli enti locali e i cittadini sulla trattativa ambientale.
Per questo ieri abbiamo avviato l’analisi dell’addendum aprendo noi questo tavolo con una parte del mondo scientifico e tecnico.
Così dichiara Annarita Digiorgio che con l’associazione Marco Pannella ha organizzato martedì 11 settembre a Taranto un tavolo di lavoro con personalità del mondo tecnico e scientifico per analizzare l’addendum Ambientale. –
Chiediamo ora agli enti locali, in particolare al presidente della regione Michele Emiliano che in passato ha lamentato la sua esclusione dalla trattativa, di tornare a insistere allargando questo tavolo e chiedere urgentemente la condivisione dell’addendum con le istituzioni e i cittadini di Taranto.
Per quanto ci riguarda, alla luce dell’ analisi fatta insieme al prof. Assennato, al dott. Nume e agli avvocati Moretti e De Franchi, volendo fare una sintesi le nostre richieste sono:
1. pubblicazione del piano ambientale e industriale
2. accordo ambientale con enti locali
3. valutazione preventiva impatto sanitario,
4. risarcimento per i cittadini di Taranto,
5. informazione costante sui monitoraggi ambientali,
6. utilizzo della tecnologia a gas Per produzione oltre i 6 ml di tonnellate.
7. Trasparenza della gestione commissariale
8. Nessuna “Polizia ambientale” speciale ma rafforzamento dei già esistenti organi di controllo scientifico
Solo in presenza di questi requisiti sarebbe possibile il ritiro dei ricorsi degli enti locali ancora pendenti al tar del Lazio.
Associazione Marco Pannella