“Sulla realizzazione a Taranto della filiera formativa della nautica c’è unità di intenti tra le istituzioni interessate. Per essere più efficaci e più efficienti occorre, però, un protocollo d’intesa all’interno del quale ognuno poi deve fare la sua parte”.
Così l’assessore regionale al Diritto allo studio-Scuola-Università-Formazione professionale, Sebastiano Leo, in apertura dell’incontro tenutosi martedì sera negli uffici regionali del Genio civile a Taranto e convocato dal consigliere regionale Gianni Liviano, che a questo progetto sta lavorando da tempo tanto da averne fatto un asset della legge regionale speciale per Taranto di recente approvazione.
Insieme all’assessore Leo hanno partecipato il vicepresidente della Provincia di Taranto, Raffaele Gentile, il direttore dell’ufficio scolastico provinciale, Dino Rusciano, il prof. Giovanni Trovato in rappresentanza della dirigente dell’istituto “Archimede” di Taranto, Maria Teresa Statile.
“L’obiettivo – ha ricordato il consigliere Liviano – è quello di costruire un percorso che punti a un modello formativo definito. Del resto, Taranto è una città di mare per cui logica vorrebbe che tali peculiarità venissero valorizzate al massimo e la filiera formativa della nautica ben si inserisce in questo discorso. L’esigenza, comunque, – ha aggiunto Liviano – è quella di cercare di raggiungere lo scopo, soprattutto per quanto riguarda l’individuazione del contenitore che dovrà ospitare tutta la filiera, ovvero istituto Archimede, master di I livello di design nautico e corso di Scienze del mare, entro la fine dell’anno in modo da evitare la perdita del finanziamento di 750mila euro, ottenuto dall’Archimede per l’impianto dei laboratori, e i 500mila euro messi nel bilancio regionale in seguito ad un mio emendamento.”.
Per sciogliere il nodo delle infrastrutture sono state individuate tre soluzioni che la Provincia di Taranto, come ha spiegato il vicepresidente Gentile, ha già avanzato al responsabile della task force valorizzazione immobili della Difesa, gen. Giancarlo Gambardella.
Si tratta di una palazzina della Svam (la scuola volontari dell’Aeronautica militare) che è enucleabile dall’intero complesso e per la quale la stessa Aeronautica è pronta a procedere alla sdemanializzazione. Le altre due strutture riguardano altrettante palazzine, all’interno di Maricentro e con ingresso indipendente da via Magnaghi, che non presentano importanti costi per i lavori di adeguamento. Queste due ultime strutture, è stato spiegato, potrebbero ospitare l’intera filiera della nautica al contrario della palazzina Svam le cui superfici sono sufficienti solo per accogliere l’istituto Archimede e i suoi laboratori.
Ma se la palazzina Svam può essere sdemanializzata in tempi brevissimi, più difficoltà ci sono per quelle della Marina militare. Infatti, ha spiegato il vicepresidente della Provincia, se il comando Marina Sud si è detto disponibile a metterle a disposizione del progetto lo stesso non è intenzionato a fare lo Stato maggiore della Marina che non ha inserito queste strutture nel nuovo piano regolatore in quanto permane l’interesse militare all’utilizzo.
Per cercare di superare l’impasse, nei prossimi giorni sarà chiesto al responsabile della task force valorizzazione immobili, gen. Gambardella, la convocazione di un tavolo tecnico al Ministero.