C’è chi agita soltanto la bandiera della protesta e dell’allarmismo, c’è chi mette in atto quotidianamente e da anni politiche e progetti per trasformare Statte, da una delle più grandi criticità ambientali italiane, a luogo in cui il rispetto per la comunità e l’ambiente siano tratto imprescindibile di ogni azione di governo.
Abbiamo già rispedito al mittente l’ipotesi calata dall’alto dei rifiuti romani da smaltire nelle discariche attorno al paese e conosciamo nel dettaglio la situazione della contaminazione da inquinanti industriali di tutto il territorio perché con umiltà, impegno e soprattutto in silenzio e senza clamori, abbiamo prima caratterizzato tutto il territorio e ora candidato, sia in Regione, sia al Commissario Straordinario per le Bonifiche un progetto di bonifica per circa 6 milioni di euro.
Così il Sindaco di Statte, Franco Andrioli, che risponde alle notizie di stampa di oggi sull’allarme lanciato dal referente di Peacelink Alessandro Marescotti.
L’ambientalista peraltro confonde diversi piani di ragionamento e mi permetto di dire anche di competenze – dice Andrioli – Dagli anni ’60 in poi l’allora Italsider ha colmato ogni buco a disposizione, creando un danno ambientale senza precedenti, su cui esistono numerosi procedimenti giudiziari e relazioni ministeriali. Le gravine, ma anche le cave trasformate in discarica, sono state oggetto di scempio e delitti ben precisi. Ma non siamo stati fermi. Esiste, oltre alla dotazione economica in mano ai Commissari ILVA (circa 300milioni di euro), anche un nostro progetto di bonifica puntuale di quelle aree, soggetto a richieste di finanziamento attraverso le risorse già individuate nella delibera CIPE del 22 dicembre del 2017. Fatti e circostanze verificabili anche attraverso una semplice telefonata ai nostri Uffici che si occupano di Ecologia e Ambiente e che da anni lavorano in maniera instancabile su tutte queste ferite.
Diverso è invece il capitolo che riguarda l’ordinanza sindacale di interdizione ad alcune attività emessa nell’ottobre del 2017 – continua il Sindaco di Statte – che nulla a che vedere con quanto già descritto, ma piuttosto con il desiderio dell’ente di andare ben oltre l’area del cosiddetto SIN, di mera competenza Ministeriale. Volevamo sapere infatti com’era la condizione di salute del territorio extra-SIN e per questo abbiamo progettato e reperito finanziamenti per una caratterizzazione completa di tutto il territorio di Statte.
Sono emerse anche in questo caso conferme sul grado di contaminazione da inquinamenti classici connessi all’attività industriale, ma anche anomalie che riguardano alcuni tesseratti, a volte anche distanti dall’ILVA o dall’intera are manifatturiera – dice Franco Andrioli – I dati sono stati diffusi con mappa dettagliata e relativi documenti, in una conferenza stampa partecipata, e gli stessi sono stati messi a conoscenza della cittadinanza non solo attraverso i giornali, ma anche attraverso l’esposizione, proprio davanti alla Casa Comunale di tutto il lavoro svolto.
Con gli agricoltori, così come con tutti i cittadini colpiti da questa ordinanza, ci parliamo ogni giorno e stiamo individuando anche soluzioni possibili attraverso misure infrastrutturali Europee di emanazione regionale come ad esempio il PSR (Programma di Sviluppo Rurale), in più abbiamo già pronto (ma anche in questo caso la notizia è datata ottobre 2017 – ndr), il progetto di bonifica, pari a circa 6 milioni di euro, che attende di essere finanziato dalla Regione Puglia o dalla stessa struttura commissariale incaricata dalle bonifiche – sottolinea il primo cittadino di Statte – Resta da capire chi finanzierà il tutto e pertanto speriamo che i ministri Grillo e Costa, o il presidente Emiliano sappiano rispondere alle carte, ai progetti, alle riunioni, alle relazioni tecniche inviate ai loro uffici, prima che ad un articolo di giornale.
Ogni iniziativa in campo ambientale – conclude Andrioli – è condotta sempre nel pieno rispetto del principio “chi inquina paga” e solo grazie ai dati, alla conoscenza dei fattori ambientali significativi, alle concentrazioni rilevate sia nei terreni top soil, sia nelle acque di falda, si agisce concretamente a difesa dell’ambiente e della salute. In altri termini studiamo e diamo forza alle nostre rivendicazioni, politiche, sociali, e in alcuni casi giudiziarie, solo così, consapevoli, e il caso ILVA ne è l’emblema, che situazioni così complesse, affrontate solo con superficialità o slogan, non portano da nessuna parte, anzi alla distruzione della credibilità che faticosamente, come territorio, stiamo cercando di preservare.
Statte, 9 giugno 2018