Sulle calde e suggestive note delle colonne sonore di “Shindler’s list” e de “La vita è bella eseguiti dagli studenti del liceo musicale “Paisiello” ha chiuso i battenti, a Taranto, “1938, la storia per le scuole “, mostra itinerante sulla Shoah allestita negli spazi espositivi della Galleria comunale del Castello Aragonese.
Si è trattato di una iniziativa organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento per le Pari opportunità, in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah e con la conferenza Stato-Regioni rappresentata dal consigliere regionali Gianni Liviano, membro del Tavolo istituzionale per la Shoah presso la Presidenza medesima e delegato all’uopo dal presidente della Regione Puglia, promotore perché la città dei due mari fosse candidata ad essere una delle sei città italiane scelte per ospitare l’interessante mostra itinerante, inserita nel progetto “1938 – La storia, finanziato dall’ UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali in occasione dell’80esimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia.
È stata una settimana intensa (la mostra ha avuto inizio lo scorso 16 aprile) che ha visto numerosissimi visitatori alternarsi davanti ai 37 pannelli espositivi che raccontano, per immagini, come il regime fascista abbia saputo costruirsi un nemico interno attraverso provvedimenti – leggi e atti amministrativi – graduali sfociati, poi, nella repressione degli Ebrei. Trentasette pannelli che, oltre al ricordo per non dimenticare un periodo davvero buio per l’umanità tutta, mirano a far capire ai nostri giovani che parlare di Shoah e di antisemitismo è, sì, parlare di qualcosa di antico ma, al tempo stesso, è come scattare una fotografia del presente visti i nuovi genocidi cui stiamo assistendo.
E i ragazzi sono stati i veri protagonisti di questa sei giorni. Numerose, infatti, sono le scuole che hanno portato i propri studenti a visitare la suggestiva mostra illustrata loro dai colleghi degli istituti Battaglini, Ferraris-Quinto Ennio, Righi, Pacinotti e Archita. Sono stato questi cinque istituti che hanno “adottato” la mostra itinerante indossando i panni, secondo un calendario prestabilito, di raccontatori dall’iniziativa, impreziosita dagli interventi del Teatro Crest di Taranto (che ha portato in scena una breve drammatizzazione dal titolo “Le farfalle di Terezine”) e dall’esibizione degli studenti del liceo musicale Paisiello.
Per non dimenticare, dunque. Ma non solo per non dimenticare il genocidio degli Ebrei perché altri popoli hanno conosciuto questa immane tragedia. E in quest’ottica si inquadra il convegno, svoltosi anche questo nella mattinata conclusiva di sabato, sul tema “I genocidi del XX secolo. Oltre la Shoah” (dedicato anche al ricordo del genocidio armeno e delle foibe) illustrato da esperti del Comitato per la Qualità della Vita (che ha partecipato attivamente all’organizzazione dell’evento): i professori Carmine Carlucci, Maria Avakian, Anna Maria Laneve, Antonio Fornaro, Giovanni Berardi, Maria Rosaria Piccinni, Eugenia Graubardt e dal dott. Claudio Confessore.
“Con questa mostra – ha sottolineato il consigliere regionale Gianni Liviano – abbiamo provato a lanciare il messaggio, soprattutto ai giovani, che le diversità culturali, sociali, di razza e di confessione religiosa rappresentano, comunque, un arricchimento. Se davvero vogliamo essere costruttori di pace non possiamo rinunciare a formidabili armi quali il dialogo e l’accoglienza. Abbiamo inteso ospitare questa mostra, e di questo ringrazio la Fondazione Musei della Shoah che ha accolto la mia richiesta di allestirla anche a Taranto come ringrazio l’Ufficio scolastico provinciale e il Comitato per la qualità della vita che hanno contribuito a questa iniziativa, per offrirla agli studenti tarantini in modo che, conoscendo il passato, sappiano diventare fondatori di comunità aperte e accoglienti. La memoria ha un senso solo se ha il coraggio e l’audacia di guardare al futuro”.