I Finanzieri della Compagnia di Andria hanno dato esecuzione al provvedimento di
confisca per equivalente disposto dal Tribunale di Trani a conclusione del procedimento
penale che ha interessato un imprenditore di Minervino Murge resosi responsabile di
evasione fiscale.
Le Fiamme Gialle, difatti, avevano concluso nell’aprile 2013 una verifica fiscale nei
confronti del titolare di una ditta individuale, ormai cessata, operante nel campo delle
costruzioni ricostruendone complessivamente ricavi non dichiarati al fisco per oltre 15
milioni di euro.
Per quei reati tributari, dopo che l’imprenditore era stato condannato in primo grado nel
maggio 2016 dal Tribunale di Trani per omessa dichiarazione dei redditi ed I.V.A. nonché
distruzione e occultamento di scritture contabili, la Corte di Appello aveva confermato la
condanna e quindi sul finire dell’anno 2017 la Corte di Cassazione aveva definitivamente
sancito l’irrevocabilità della decisione del Tribunale di Trani, dichiarando inammissibile il
ricorso presentato dall’imputato.
Da qui il provvedimento del Giudice per l’Udienza Preliminare di Trani che si pone a tutela
del credito erariale vantato dal fisco e che va a colpire le disponibilità finanziarie ed
economiche dell’imprenditore.
I finanzieri così eseguivano il provvedimento di confisca per equivalente per un valore di
quasi 2,6 milioni di euro corrispondente al profitto del reato, da intendersi come risparmio
d’imposta direttamente derivante dal reato.
La vicenda assume così un valore emblematico sul piano della deterrenza dal momento
che rappresenta una concreta dimostrazione di come i reati tributari non sfuggano alla
possibilità che si pervenga ad una condanna definitiva accompagnata dalla definitiva
confisca dei beni per un valore corrispondente all’imposta indebitamente evasa.