Anche quest’anno il Comune di Taranto ha aderito alla settimana europea della mobilità. Il principio che ispira l’iniziativa è senza dubbio condivisibile, ma non basta una settimana all’anno per migliorare una condizione disastrosa. Mezzi pubblici lumaca, traffico caotico, parcheggi inadeguati e insufficienti, scarsa propensione (anzi quasi nulla) alla mobilità alternativa: idrovie, piste ciclabili, percorsi pedonali, sistemi misti.
Insomma, anche su questa materia Taranto sconta anni di improvvisazione, di ritardi, di colpevoli assenze. La nuova Amministrazione comunale a trazione Pd si è insediata da circa tre mesi, pochi per esprimere un giudizio, ma abbastanza per affermare che le promesse elettorali di Melucci, sono rimaste tali e lo resteranno chissà per quanto tempo a causa delle fibrillazioni che attraversano la maggioranza e che rallentano l’azione amministrativa.
Nella mia esperienza di candidato sindaco, più volte ho sottolineato che Taranto per rimuovere la ruggine di dieci anni di Stefàno, non ha bisogno di un solo primo cittadino, ma di una squadra di sindaci che avrebbe dovuto far ripartire immediatamente la macchina amministrativa e burocratica. Il centrosinistra, diviso, frammentato, accartocciato su questioni e interessi di correnti e… spifferi, ancora una volta mostra l’incapacità di affrontare e risolvere le istanze dei cittadini, tanto a livello locale, quanto a livello regionale e nazionale.
Continuano a mancare idee e progettualità. Me ne rammarico, ma non resto a guardare. Come già anticipato in chiusura della tornata elettorale comunale, svolgerò un ruolo di “sentinella civica” con un’associazione di imminente costituzione.
Però non è mio costume cadere nella critica fine a se stessa, per questo in tema di mobilità, ripropongo all’attenzione di amministratori, associazioni di categoria, cittadini, operatori economici, il progetto del “Parcheggio comunale San Cataldo”. Una struttura multipiano, con una capacità di mille posti auto, che ha l’ambizione di sopperire in maniera definitiva alla carenza di parcheggi al Borgo. Abbiamo previsto la realizzazione della struttura su un’area demaniale in abbandono da circa mezzo secolo: l’Area Depositi Acqua Distillata, situata alle spalle della Banchina Torpediniera. La zona è inserita nell’elenco di 187 beni dell’Agenzia del Demanio disponibili per le Amministrazioni interessate.
Il progetto di massima già disponibile, prevede che il parcheggio sia inglobato nella scarpata esistente mediante un giardino pensile totalmente rivestito con piante tipiche della macchia mediterranea con la capacità di abbattere l’anidride carbonica in atmosfera. Nella costruzione abbiamo previsto l’adozione di cemento anti-smog, la realizzazione di un tetto verde, di un ristorante panoramico, di colonnine per la ricarica di auto elettriche o ibride e di una stazione per il bike sharing. Il tutto si può realizzare attraverso un project financing e quindi senza costi per la componente pubblica.
Come si vede le soluzioni per migliorare la viabilità, per abbattere l’inquinamento e per dotare la città di una struttura moderna, green e funzionale ci sono. Mi chiedo, a questo punto: c’è davvero la volontà di cambiare Taranto? Di proiettare la città in un futuro diverso e sostenibile? Oppure, per l’ennesima volta, prevarranno logiche obsolete tese ad un gioco gattopardesco nel quale rimane inalterata l’attuale condizione di invivibilità della nostra bellissima città.
Taranto, 23 settembre 2017
Luigi Romandini