Se proprio dobbiamo continuare a scomodare i grandi, quanto meno, utilizziamo i passaggi giusti, per non finire appunto “rimproverati” ed accusati, di essere “ipocriti maestri del nulla”.
Troppe sono le polemiche che in questi giorni si sono scatenate per un’esternazione che un sacerdote, Don Luigi Larizza, ha scritto sul proprio profilo facebook. Per chi già l’ha strumentalizzata abbastanza o distorta, la rispieghiamo.
Lo scorso 6 agosto, dei militari a Napoli, sono stati accerchiati da un gruppo di migranti che volevano impedire il fermo di un loro connazionale. La situazione di estremo pericolo, poteva costare cara ai ragazzi intervenuti, lì in quel posto, per far rispettare le regole. Regole di ordine pubblico e sicurezza pubblica, vorremmo ricordare all’Onorevole Vico, che lo scorso luglio, si lamentava di un intervento non tempestivo della Polizia di Stato, dopo aver subito lui stesso (a suo dire) un’aggressione all’esterno di Montecitorio.
Il commento di Don Larizza, riguarda proprio quanto accaduto a Napoli. Il sacerdote, ha scritto sulla sua bacheca facebook, che per “legittima difesa della Nazione, avrebbe autorizzato in quel caso i militari a sparare” perché non si può inveire costantemente contro le Forze dell’Ordine. Questa affermazione gli è costata l’appellativo di razzista, fascista, xenofobo, tutte le classiche etichette che il buon comunista utilizza all’occorrenza, quando il cavalluccio da cavalcare gli si presenta al cospetto. Perché diciamocelo, la questione migranti, così come trattata dalla sinistra buonista, travestita da “sepolcro imbiancato”, è ben lontana dal vero e genuino concetto di carità e solidarietà. Sull’onda della Boldrini e delle sue “risorse”, sono state costruite campagne di comunicazione, like, condivisioni e “apparizioni mariane” sulle agenzie di stampa, senza precedenti. E’ la classica gara a chi vuol fare il solidale con la pazienza altrui (per non dire altro).
Mi chiedo e vi chiedo… L’Onorevole Vico, che nel suo comunicato stampa evangelico ha anticipato la domenica del Signore, fattivamente, come uomo e come politico, cosa ha fatto a Taranto, anche e soprattutto in tema immigrazione? Ha stanziato di sua tasca qualche fondo per permettere ai centri di accoglienza e ai volontari di operare meglio nel settore? Si è fatto carico di qualcuno o qualcosa? Si è sincerato delle condizioni in cui si lavora all’interno dell’Hotspot, posto a ridosso dell’area industriale ed esposto (non solo nei giorni di wind day) alla presenza di pm10 e benzo(a)pirene? Sono sicura che queste due paroline non sono sconosciute al nostro Onorevole, che ha filtrato il moscerino di Don Larizza, ma a suo tempo ha inghiottito il cammello.
Allora, di cosa stiamo parlando? C’è una bella differenza tra l’essere razzisti ed essere realisti, caro Onorevole e cari quanti avete cavalcato l’onda della presunta frase xenofoba per un attimo di celebrità.
Don Luigi Larizza, non è un sacerdote da salotto. Nella sua parrocchia, due anni fa, quando lo stabile di Via Giovine fu dichiarato inagibile e sgomberato, accolse le famiglie sfollate (molte di loro avevano un parente disabile o affetto da patologie) donando loro un piatto e un tetto. Famiglie, lo ricordiamo, completamente dimenticate dall’allora amministrazione comunale. Famiglie, che come in questo caso, non sono stati oggetto di sermoni, né di comunicati stampa. Né all’epoca, ho letto di ringraziamenti o impegno da parte della Curia tarantina, sempre pronta a chiudersi nel guscio e a prendere le distanze da tutto ciò che fa “rumore”, senza mai assumersi alcuna responsabilità. E anche a tal proposito, mi piacerebbe ricordare ai chierici nostrani che c’è tanto altro da cui prendere le distanze, proprio tra le vostre mura, e non da un sacerdote come Don Luigi che, seppur utilizzi a volte parole forti, ha un animo caritatevole verso il prossimo, dal quale dovreste semplicemente prendere esempio.
In conclusione, se il problema reale è l’orientamento politico del sacerdote, palesemente non in linea con l’ideologia della sinistra… bé, fatevene una ragione: c’è chi è nato per essere “schiavo dei padroni”, chi invece ha scelto di vivere in totale libertà di pensiero. E con questo mi riferisco anche a chi, per un click o per un like, ha volutamente (credo nella loro intelligenza) travisato quanto è stato scritto. Ahimé siamo arrivati a questo: un pensiero libero non fa notizia, quanto la spettacolarizzazione dello stesso a fini strumentali e politici, scomodando anche passi del Vangelo.
Caro Vico, Lei ci ha provato, ma doveva iniziare a leggere dal versetto superiore “Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!”. Siccome lei “cieco” non è, ma dice “di vedere”, ha tutte le colpe.
Ps: Mi avvalgo dell’articolo 21 della nostra Carta Costituzionale che allego per comodità.
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