L’Italia è stata scossa da una grandissima tragedia. Dopo il terremoto che devastò L’Aquila nel 2009, la terra torna nuovamente a tremare. Questa volta ad Amatrice, Rieti. Una nuova conta dei danni, una nuova conta delle vittime. Tanta disperazione. Gente che ha perso tutto: casa, cari, affetti, speranza. C’è silenzio ad Amatrice. Silenzio e macerie. Chi è sopravvissuto aiuta come può. Si scava. Si scava in continuazione: a mani nude, o con le prime cose che capitano tra le mani. Si scava e si scava sotto le macerie. Lì, dove la storia di un paese è crollata, dove prima c’erano case, famiglie, sogni, bollette da pagare, lista della spesa, cagnolino da portare a spasso, e dispensa per la settimana, ora ci sono pietre, e sotto quelle pietre si cerca di recuperare un respiro, un gesto, un piccolo lamento. Si cerca la vita. Tra il silenzio del dolore per chi non ce l’ha fatta, e il cuore pieno di gioia per una vita appena salvata, uomini e donne delle forze dell’ordine, Vigili del Fuoco, volontari, e Croce Rossa, in questi giorni hanno davvero donato l’anima per le popolazioni colpite dal sisma. TarantiniTime, per la sua rubrica Forze Armate News, è arrivata ad Amatrice attraverso i racconti del Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Roberto Mandolini, appartenente all’ottavo Reggimento dei Carabinieri del Lazio, che ha inviato due contingenti tra Amatrice e Accumoli.
La terra trema alle 03.36, I Carabinieri dell’ottavo Reggimento Lazio sono partiti subito con diversi contingenti svegliando tutti i Militari disponibili e sono partiti dopo appena un’ora dal sisma. Un contingente alle ore 05.00 era già ad Accumoli, e resterà lì ancora fino alla prossima settimana. Il contingente di cui fa parte il Maresciallo Mandonili parte alla volta di Amatrice il 30 agosto e resterà lì per due giorni. Il Maresciallo Mandolini ci racconta che è stato molto difficile raggiungere il posto con il loro automezzo, poiché la via Salaria era interrotta a causa del crollo di un ponte: «E’ stato molto difficile, abbiamo impiegato circa quattro ore».
Appena giunti ad Amatrice, il Maresciallo Mandolini ci racconta di una città devastata, completamente distrutta, ma vi era una incredibile unione e solidarietà, con volontari giunti da ogni parte d’Italia: «Ho trovato delle realtà che non mi aspettavo, c’era una organizzazione solidale inglese che preparava dei panini caldi per tutti i volontari fornendo perfino acqua e biscotti».
Il contingente di cui il maresciallo (che tornerà ad Amatrice prossimamente) fa parte si è occupato di ordine pubblico e protezione, mentre l’altro in servizio ad Accumoli, si è occupato di cinturazione, sicurezza e antisciacallaggio.
Mandolini ci racconta cosa hanno provato in mezzo a tanta desolazione. «Posso dire che ho visto i volontari della Croce Rossa Italiana lavorare col sorriso nonostante stessero facendo dei turni impossibili dando da mangiare a migliaia di persone». E ancora, parlando dei suoi colleghi: «Ho visto i Carabinieri della Compagnia Città di Ducale molto in difficoltà nel portare le bare delle persone decedute, soprattutto quelle dei bambini. Le hanno portate facendo un tragitto lungo e sotto un acquazzone fortissimo, senza battere ciglio e dire mezza parola. Era il minimo che potessimo fare, lavorare in silenzio con devozione». La foto della tenda, sede della stazione Carabinieri di Amatrice, postata su Facebook dal Maresciallo Mandolini, è diventata subito virale. E’ diventata l’immagine simbolo. È un simbolo importante di presenza dello Stato nonostante la tragedia, e ancora una volta l’Arma dei Carabinieri, ha dimostrato che nonostante tutto… c’è sempre!
Vuoi essere sempre aggiornato su ciò che riguarda il mondo delle Forze Armate e dell’Ordine? Seguici su Forze Armate News, un inserto del Blog TarantiniTime